Crollo hotel Rigopiano, altro giro di interrogatori

“L’onorevole ha risposto con serieta’ a tutte le domande poste. Nel merito, pero’, non diciamo nulla. Questa inchiesta merita un riserbo e una pacatezza assoluti”. Lo ha detto l’avvocato Tommaso Navarra, al termine dell’interrogatorio del suo assistito, Tommaso Ginoble, ex assessore regionale alla protezione civile dal 2005 al 2008, indagato nell’ultima tranche dell’inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provoco’ 29 morti. Il filone riguarda la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv). L’ex parlamentare Ginoble, questa mattina, e’ stato interrogato dal procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta su Rigopiano. “Per rispetto della serieta’ e gravita’ dell’inchiesta”, ha aggiunto il legale della difesa, “non prendiamo una posizione che potrebbe essere riduttiva della complessita’ delle varie posizioni”. 

“Mi potevo occupare solo dell’ordinaria amministrazione e, quindi, non potevo fare progetti o programmare”. Così questa mattina, nel palazzo di giustizia di Pescara, al termine di un breve interrogatorio, Mimmo Srour, assessore regionale con delega alla Protezione civile, in Abruzzo, dal 4 agosto 2008 al 19 gennaio 2009, indagato insieme ad altre 14 persone nell’ultima tranche dell’inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. Srour è indagato, in concorso con altre persone, nel filone dell’inchiesta riguardante la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv). “Spero che sia stata chiarita la posizione del mio assistito, perché era legata soltanto a questi quattro mesi – ha aggiunto il legale dell’ex assessore, Piergiorgio Merli – Eravamo nel periodo della Giunta Del Turco, dove c’erano stati gli arresti e quindi le dimissioni non soltanto del presidente, ma anche di alcuni assessori. Srour, quindi, ha potuto lavorare soltanto per quella che era l’ordinaria amministrazione e le eventuali emergenze che si fossero presentate – ha proseguito l’avvocato -. Nessuno gli ha mai posto problemi o, comunque, nessuno della struttura amministrativa gli ha avanzato il problema della Carta valanghe”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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