Rapporto Cresa su Abruzzesi e qualità del lavoro

Sono nel complesso positive le indicazioni che provengono dal mercato del lavoro anche se l’Abruzzo riporta valori ancora inferiori a quelli medi nazionali e migliori soltanto di quelli del Mezzogiorno. Nonostante un consistente incremento dell’occupazione femminile, la situazione di genere resta sbilanciata a favore degli uomini.

Nel 2017 aumentano le forze di lavoro 15-64 anni (544 mila unità) per effetto di una crescita del numero degli occupati di pari età (479 mila), in particolar modo donne, e di una contrazione di quello dei disoccupati (65 mila dai 15 anni in su), principalmente uomini. Il tasso di attività è del 64,5%, inferiore a quello medio nazionale, con un valore per la componente maschile (75,7%; Italia: 75%) decisamente superiore a quello femminile (53,5%; Italia: 56,3%). Il tasso di occupazione aumenta di poco più di un punto percentuale rispetto all’anno precedente (uomini: 68,6%; donne: 45,1%), e resta per entrambi i generi al di sotto dei valori del Centro-Nord. Il tasso di disoccupazione (uomini: 9,2%; donne: 15,3%) diminuisce dello 0,6% e si allinea per gli uomini al valore del Centro, mentre per le donne si pone ampiamente al di sopra di esso.

La qualità del lavoro non risente positivamente delle buone dinamiche dell’occupazione. L’incidenza di lavoratori irregolari stimata per il 2014 è del 15,7% assai superiore al 13,3% medio nazionale e in aumento di più di due punti percentuali rispetto al 2004.

La percentuale di occupati che vede la stabilizzazione del rapporto di lavoro entro un anno è in regione in discesa libera rispetto al 2012 e nel 2014 è particolarmente bassa sia per gli uomini (10,3% contro una media nazionale del 22,4%) sia per le donne (6,3%; Italia: 18,7%).

I cosiddetti “precari permanenti” o “di lungo periodo” salgono dal 20,1% al 20,7%. L’analisi di genere consente di evidenziare che, in realtà, il dato relativo ai maschi mostra un lieve calo (da 19,1% a 17,7%, valori entrambi inferiori a quelli medi nazionali), al contrario crescono le precarie di lungo termine (da 20,8% a 23,9%) che a livello medio nazionale restano stabili sul 21,1%.

Il part time involontario è un fenomeno più marcatamente femminile e riguarda il 21,6% delle occupate e il 5,6% degli occupati, percentuali in forte aumento rispetto al 2004 e, per le donne, sensibilmente superiore alla media nazionale (uomini: 6,4%; donne: 19,4%).

I lavoratori sovraistruiti, vale a dire quelli che posseggono un titolo di studio superiore a quello necessario per svolgere le mansioni assegnate, sono nel 2015 quasi 3 su 10. L’aumento rispetto al 2004 è, almeno per gli uomini, assai più spinto (quasi 10 punti percentuali) e per le donne più contenuto di quello medio nazionale (+6% contro +8%).

Quanto alle retribuzioni, rispetto al 2008 nel 2015 la percentuale dei lavoratori con bassa paga[7] è scesa per gli uomini dal 7,3% al 6,1% del totale e per le donne è salita dal 13,8% al 15,3% delle occupate.

Migliora rispetto al 2013 la percezione della insicurezza dell’occupazione (Abruzzo: 10,9%; Italia: 8,6%), definibile come opinione dei lavoratori riguardo la probabilità di perdere il lavoro attuale e di non trovarne un altro simile nei successivi sei mesi.

Per quanto riguarda il grado di soddisfazione per il lavoro svolto, gli occupati regionali, sia uomini sia donne, si mostrano al pari delle maggior parte delle regioni italiane, discretamente soddisfatti (7,3 in una scala da 0 a 10), con valori per entrambi i generi simili e allineati alla media nazionale.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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