L’aria che tira

Berlusconi: deluso dalla Lega per l’astensione su Tajani

"Sono rimasto molto deluso. Non credevo che la Lega potesse essere indifferente nella scelta fra un moderato espressione del centro-destra e un esponente del Pd sostenuto da tutta la sinistra. Faccio fatica a capire, ma non voglio polemizzare: per me le ragioni dell'alleanza sono più importanti". Lo dice Silvio Berlusconi, alla 'Stampa', a proposito dell'astensione della Lega al voto su Antonio Tajani presidente dell'Europarlamento. Il leader di Forza Italia, tra l'altro, parla di Matteo Salvini: "Immagino che Salvini si stia ponendo un problema di leadership che è del tutto prematuro e che comunque non appassiona gli italiani. Sono ben altri, e più concreti, i temi ai quali bisogna dare una risposta: fisco, sicurezza, immigrazione, giustizia, infrastrutture. E comunque le leadership non si misurano sulle polemiche, ma sul consenso". Sulla legge elettorale, Berlusconi ammonisce: "Ogni distorsione in senso maggioritario, in uno scenario tripolare come l'attuale, porterebbe al governo una minoranza contro il parere dei due terzi degli elettori". Inoltre, "ritengo che le preferenze siano il peggior sistema possibile per garantire una effettiva rappresentanza degli elettori. I candidati devono piuttosto essere proposti agli elettori in piccole circoscrizioni, in modo che i cittadini sappiano con chi hanno a che fare e dove cercarli dopo l'elezione".

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Gentiloni: “Il Jobs Act ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro”

"Il Jobs Act ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro a tempo indeterminato ma non è riuscito a incidere in modo sufficiente su questa malattia cronica: giovani e Sud. E sarà questo il principale impegno nostro sul fronte del lavoro". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ospite di Che tempo che fa su Raitre. Gentiloni ha promesso impegno a favore "dei perdenti della globalizzazione", ed ha promesso di lavorare a un "reddito di inclusione". Poi ha ricordato di aver deciso ""di non recuperare tra i pensionati al minimo quegli euro in più che gli sono stati dati prevedendo una inflazione maggiore. Mettere le mani in tasca a pensionati che guadagnano seicento euro al mese sarebbe assurdo".

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Berlusconi: non ci saranno elezioni prima di novembre

No a elezioni prima di novembre. Ne è convinto Silvio Berlusconi che avrebbe fatto questa previsione durante la riunione dell'ufficio di presidenza di Forza Italia. L'ex premier, riferiscono alcune fonti, avrebbe spiegato che, a suo giudizio, non ci sarebbero "tempi tecnici" per poter andare alle urne prima di quella data anche in virtù delle correzioni alla legge elettorale che andranno apportate dopo la sentenza della Consulta.

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Sondaggio Mannheimer, popolarità di Gentiloni al 22 per cento

" La popolarità del governo non è molto alta, diciamo che è sul 22%, dunque inferiore alla popolarità finale che ha avuto Renzi" . Lo dice l'esperto di sondaggi Renato Mannheimer in un'intervista pubblicata sul quotidiano "Italia Oggi". Alla domanda se si tratta di "un dato negativamente importante" risponde: "Non è grave in sé, anche se, all'inizio, quando cominciano, i governi hanno una popolarità molto alta, pensiamo a Renzi che aveva circa il 60%, o Monti che arrivava addirittura quasi al 70. Gentiloni -aggiunge Mannheimer - comincia su un piano di continuità della popolarità già in discesa del governo Renzi. E visto come una continuazione, nulla di speciale".

"Berlusconi, dopo il referendum, appare un filo in ascesa, Salvini è sempre stabile, Grillo un po' in discesa per le note vicende romane". Lo dice l'esperto di sondaggi Renato Mannheimer in un'intervista pubblicata sul quotidiano "Italia Oggi". "Sul piano delle intenzioni di voto, - continua - i 5 stelle sono calati di 2 punti. Teniamo conto comunque che queste percentuali sono influenzate da un margine di errore statistico"

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Attesa per la nomina dei sottosegretari e dei viceministri

 Rimasta aperta dopo la formazione del governo, la pratica della nomina dei sottosegretari e viceministri verrà chiusa in settimana, molto probabilmente giovedì quando si dovrebbe tornare a riunire il Cdm. Sono diversi gli elementi che il presidente del Consiglio dovrà mettere in ordine: in primo luogo comprendere a chi affidare l'impegnativa delega dei Servizi di sicurezza e, in seconda battuta, se avvalersi della collaborazione organica di Ala nella maggioranza e quindi attribuire gli incarichi in base al peso specifico in Parlamento della componente verdiniana. Giovedì 29 dicembre è inoltre prevista la conferenza stampa di fine anno del presidente del consiglio, che si svolgerà alle 11 all'aula dei gruppi parlamentari a Montecitorio

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Meloni: è ora di riunire il centrodestra

 II centrodestra unito è una forza politica formidabile, il problema è che unito non è. Ma Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, intervistata dal Tempo è ottimista: "Tutte le anime possono ritrovarsi attorno a un progetto sovranista". Un recente sondaggio dà il centrodestra come prima forza politica, se fosse unito. "Non mi stupisce, le proposte politiche del Movimento Cinque Stelle e quelle del Pd sono affini su tutte le questioni centrali della nostra epoca: l'immigrazione, i rapporti con l'Islam e quelli con l'Europa. E poi le problematiche etiche, la famiglia, la difesa della vita e molto altro. Su tutto questo solo il centrodestra offre una vera alternativa. Sulla carta, in un sistema tripolare, siamo una potenziale maggioranza". Ma non è così, ora. "Dobbiamo organizzarci, perché questa non sia solo una suggestione, ma sia una proposta politica concreta. La nostra sfida sarà di unirci attorno al concetto di sovranità, nel quale si condensa tutto quello che milioni di persone si attendono dalla politica". E la contrapposizione destra-sinistra? "Siamo oltre questo, viviamo un'era post-ideologica, in cui le antiche categorie della politica vanno strette alle persone. Questo è il tempo della contrapposizione tra l'alto e il basso, tra il piccolo e il grande, tra il diritto dei molti e l'interesse dei pochi. E io voglio stare in basso, dalla parte del piccolo. Vengo accusata di essere populista, questo non mi dispiace: sono fiera di stare dalla parte del popolo e voglio che si sappia. La mia è un'opzione politica sovranista e identitaria, perché la politica deve difendere la democrazia, la possibilità di scegliere, deve dare una risposta ai problemi delle persone che rappresenta, difendendo l'economia reale, l'identità, la preferenza nazionale, che è la priorità nell'accesso ai servizi per gli italiani". 

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Sondaggio Demos, nessun cambiamento significativo nella fiducia a Renzi

Un sondaggio Demos, pubblicato da Repubblica, evidenzia che l'orientamento degli elettori verso Renzi, governo e partiti non mostrerebbe cambiamenti significativi rispetto a prima del referendum. Inoltre in caso si rivotasse per il referendum oggi si ripeterebbe lo stesso risultato". "Il Pd - malgrado la 'sconfitta personale' del leader - si legge sul quotidiano - risulta stabile, primo partito, appena sopra il 30%. Seguito dal M5S, quasi 2 punti sotto. In calo di poco più di un punto. Nonostante le difficoltà e gli scandali che ostacolano il percorso della giunta romana, guidata da Virginia Raggi. Il confronto elettorale sembra ancora polarizzato nell'alternativa fra Pd e M5S. Gli altri partiti restano a distanza. Esattamente come prima. La Lega e FI (in lieve crescita) intorno al 13%. Tutto il resto, dal 5% in giù". E si aggiunge che la fiducia in Renzi "si conferma allo stesso livello degli ultimi mesi. Anzi, sembra perfino risalita, seppure di poco. Ora ha raggiunto il 44%, appena sotto Paolo Gentiloni, il nuovo premier, che si attesta al 45%. La fiducia verso Beppe Grillo, portabandiera del No, e vincitore del referendum, risulta, invece, molto più bassa. Circa il 31%. Tuttavia, il giudizio nei confronti del governo risulta diverso. È, infatti, apprezzato dal 38% degli elettori. Dunque, in declino di fiducia, rispetto all'ultimo mese e al precedente governo: 2 punti in meno. Poco. Ma si tratta, comunque, del grado di stima più basso ottenuto da un governo all'indomani del voto di fiducia delle Camere negli ultimi 5 anni. Mario Monti, in particolare, disponeva di un livello di fiducia quasi doppio (74%). Lo stesso governo Renzi, all'avvio, nel febbraio del 2014, era 'stimato' dal 56% degli elettori", "nonostante la sconfitta del Sì, sembra essersi rafforzata la fedeltà nei confronti del leader del Pd" e "il 'renzismo' oggi appare un nuovo muro. Come, ieri, il 'berlusconismo'". 

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Di Maio (M5S): a Roma sono stati commessi errori

"A Roma abbiamo commesso errori, ma chi cade poi deve rialzarsi. Se avessimo fatto calcoli in chiave elettorale non avremmo mai ambito a governarla, viste le difficoltà. Ma noi non ci occupiamo di strategie: non siamo come Rutelli e Veltroni, che usarono la città come un trampolino". Lo afferma Luigi Di Maio in una intervista al Fatto nella quale spiega che il silenzio avuto finora sulla vicenda della giunta Raggi nasceva dal fatto che "il Movimento stava prendendo una decisione su Roma. Si parla solo dopo che si è deciso: ho sempre fatto così. Molti hanno parlato di fuga. Sono critiche dei nostri oppositori. Sarebbe stato controproducente parlare in quelle ore". E della decisione di mandare via Marra e di nominare Romeo nuovo vicesindaco rinnovando la fiducia M5S nel lavoro della Raggi precisa: "Beppe Grillo, il garante, ha fatto tutte le sue valutazioni. Ha parlato con la sindaca e assieme hanno stabilito una road map per far ripartire il Comune". Ammette tuttavia che l'arresto di Raffaele Marra "è stato un colpo per tutti". Smentisce poi di avere mai definito Marra "competente": "Non è vero. Esiste un video (pubblicato sul sito Fanpage.it, ndr) che lo prova. Non è così. In quella risposta su Marra dico due cose: chi ha partecipato al massacro del Campidoglio si faccia da parte, mentre chi è competente venga a darci una mano. Perché associare a Marra questa seconda parte? La verità è che già in quei giorni volevamo che fosse allontanato. Ci basavamo sulle informazioni di dominio pubblico. Le varie questioni che lo coinvolgevano ci spinsero a chiedere alla sindaca di metterlo da parte. E poi la sua permanenza stava creando divisioni nel M5S. Spettava alla sindaca decidere. Oneri e onori a lei".

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Renzi riparte dal Mattarellum

Primarie di coalizione e voto entro l'estate. E' questo il percorso che ha in mente Matteo Renzi. Il premier, inaugurando la fase "zen" della inclusione, della segreteria "plurale", accetta i consigli di chi lo invita a non andare al congresso subito, lanciando una "resa dei conti sulla pelle del Paese". E formalmente non annuncia le primarie in vista di eventuali elezioni anticipate. Da segretario potrebbe non farle, e' lui il candidato del partito. Ma il percorso che ha in mente sarebbe proprio quello: un'investitura popolare della sua candidatura, con primarie di coalizione aperte alla sinistra dialogante che fa riferimento a Giuliano Pisapia. Congelare il congresso fino a fine 2017 non vuol dire congelare il voto, sottolineano i renziani dopo la relazione del premier in assemblea. Gli scenari ipotizzati, "nel rispetto delle prerogative del presidente Mattarella", sono due: fine della legislatura a marzo con voto ad aprile, in tempo utile perche' il nuovo premier si presenti al G7, o fine legislatura ad aprile con voto a giugno. A quel punto se sara' riuscito (ma ad oggi non in molti ci credono) il tentativo di ritorno al Mattarellum, Renzi si candidera' a guidare il centrosinistra nelle urne. Ma alle primarie sembra non voler rinunciare neanche se si andasse a votare con la legge elettorale di stampo proporzionale che potrebbe essere frutto della sentenza della Consulta: in quel caso ogni partito avrebbe interesse ad andare da solo, ma il leader Pd vorrebbe comunque i gazebo. Intanto, per il partito Renzi ha immaginato una 'cura' che parte da un 'mea culpa' sulla segreteria: tornera' a riunirla mercoledi' dopo diversi mesi e dovrebbe rafforzarla con nuovi ingressi e un rimescolamento di incarichi. Potrebbe offrire di entrare anche alla minoranza bersaniana, che non dice no a priori ma fa sapere che valutera' il progetto e le deleghe. Ma il leader Dem guarda gia' oltre, al lavoro da "talent scout" che fara' nel Paese alla ricerca di giovani che formino la nuova prima linea Pd e alla riorganizzazione della comunicazione del partito sul web. Nessun tour in camper per lui, ma un contatto piu' frequente con i circoli e in giro per l'Italia. Nel Pd, intanto, le correnti che Renzi vorrebbe archiviare riaprono i giochi interni. Nella maggioranza i fedelissimi renziani mordono il freno, perche' avrebbero voluto subito la resa dei conti interna (il "bazooka" evocato dopo le comunali), anche considerato che gli avversari interni non avrebbero avuto  il tempo di organizzarsi. Mentre le aree che fanno capo a Dario Franceschini, Matteo Orfini e Maurizio Martina, tengono per ora, sia pure con sfumature e accenti diversi, la linea del segretario. Qualche franceschiniano, ad esempio, non e' molto convinto dell'accelerazione dei tempi del voto. Quanto alla minoranza, sono gia' in campo Roberto Speranza ( sostenuto da Pier Luigi Bersani, che in assemblea si fa vedere  per poco) ed Enrico Rossi. Ma potrebbe esserci anche Michele Emiliano (c'e' chi ipotizza un ticket con Speranza, ma ancora il tema non sarebbe stato affrontato). Mentre Gianni Cuperlo tiene una linea distinta da quella dei bersaniani e una posizione a se' hanno anche gli ex civatiani di Rete Dem. Tra i tanti contendenti, pero', c'e' chi non esclude che possa avanzare la candidatura di un nome 'esterno' alla minoranza, magari il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che in assemblea ha pronunciato un discorso molto critico sulla linea del partito e con una nota di disappunto anche sulla proposta del Mattarellum. 

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Arrestato a Roma Raffaele Marra, capo del personale del Campidoglio

Su richiesta della procura di Roma e' stato arrestato Raffaele Marra, attuale capo del personale del Campidoglio e braccio destro del sindaco Virginia Raggi. In base a quanto si apprender il reato contestato e' quello di corruzione. L'arresto e' stato eseguito dai carabinieri.

La vicenda che ha portato all'arresto di Marra e' legata all'inchiesta sulla compravendita delle case Enasarco e risale al 2013. In quel periodo Marra era a capo del dipartimento politiche abitative del Comune di Roma. L'indagine e' coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo.

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