La vitamina D fa bene ai calciatori

Vitamina D amica del calcio. Secondo uno studio dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano ci sarebbe un’influenza della ‘vitamina del sole’ sulle performance dei calciatori professionisti, dimostrando che a un aumento della sostanza corrisponde da un lato un incremento del testosterone – l’ormone maschile per antonomasia – e dall’altro una riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress. L’indagine ha coinvolto 167 giocatori delle squadre di calcio di Bari, Lanciano e Pescara. Autori del lavoro Giovanni Lombardi, responsabile dell’Unità di biochimica sperimentale del Galeazzi; Jacopo Vitale, ricercatore del Laboratorio di meccanica delle strutture biologiche, e Giuseppe Banfi, direttore scientifico dell’Istituto. L’obiettivo era mettere in relazione i livelli di vitamina D nel sangue con quelli di molecole che indicano stress e danneggiamento muscolare, in 3 squadre italiane di calcio professionistico. Nonostante i giocatori esaminati fossero giovani sportivi sani e praticassero attività all’aria aperta – riferiscono dall’Irccs del gruppo ospedaliero San Donato – un terzo degli atleti (55, il 32,9%) presentava livelli di vitamina D lievemente carenti e circa uno su 10 (15, il 9%) mostrava un deficit più marcato. Gli studiosi hanno ipotizzato che i carichi intensi di lavoro fisico, dovuti alle impegnative sedute d’allenamento nell’arco della stagione, e la scarsa esposizione solare durante i mesi invernali possano avere giocato un ruolo determinante sui livelli della sostanza. Per confermare la possibile influenza della diversa esposizione solare sullo stato fisico dei calciatori, tutti i parametri sono stati analizzati secondo un approccio cronobiologico – in relazione cioè alle condizioni atmosferiche e stagionali, nonché al lasso temporale – e hanno mostrato un andamento ritmico della vitamina D durante la stagione calcistica: le sue fluttuazioni sono risultate molto simili a quelle del testosterone che ha abitualmente un picco estivo, e opposte a quelle del cortisolo che presenta invece un picco invernale. Il cortisolo è un indice di stress psico-fisico, mentre il testosterone corrisponde a uno stato di ‘anti-stress’. Insieme, incidono sulle performance atletiche.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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