Udienza rinviata a settembre per decidere sulla nullità dell’attività di polizia giudiziaria, chiesta dalla difesa, per la morte dell’orsa Amarena, nel processo volto ad accertare le responsabilità del 57enne imputato. Il procedimento si sta svolgendo al Tribunale di Avezzano. L’orsa fu uccisa con un colpo di fucile nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre a San Benedetto dei Marsi. Il 57enne, poche ore dopo la morte dell’orsa, all’alba, confessò, ai carabinieri forestali, di aver sparato al plantigrado, nel giardino di casa, per difendersi. La necroscopia e l’indagine balistica avrebbero però dimostrato che l’esemplare, uno dei pochi rimasti in Abruzzo di Orso bruno marsicano, sarebbe stato colpito quasi alle spalle.
Il giudice monocratico presso il Tribunale di Avezzano, Giampietro Lattanzio, ha rigettato tutte le eccezioni della difesa e ammesso la costituzione di tutte le parti civili, una quarantina tra enti ed associazioni. La difesa dell’imputato, subito dopo questa decisione del giudice, ha chiesto di dichiarare la nullità degli atti di polizia giudiziaria, compiuti dai carabinieri forestali, relativi ai sopralluoghi effettuati nell’immediatezza e sul luogo dei fatti, delle ore 1.23 del 1° settembre 2023 e di tutti gli atti successivi perché, per i legali, le attività sarebbero prive di preavviso all’imputato che, in quel momento, non era ancora neppure indagato. Il giudice non ha voluto prendere una decisione e si è riservato di farlo, con ordinanza, nell’udienza fissata il 26 settembre.