L’Ufficio studi della Cgia di Mestre, nel rapporto del 15 novembre 2025, ha analizzato il peso delle imposte patrimoniali in Italia e la distribuzione territoriale dell’evasione fiscale, fornendo anche un quadro relativo all’Abruzzo. Nel 2022, secondo le elaborazioni basate sui dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Istat, nella regione l’economia non osservata rappresentava il 13,5 per cento del valore aggiunto prodotto. Il mancato gettito stimato è pari a 2,242 miliardi di euro, con una propensione all’evasione che corrisponde a 14,8 euro non versati ogni 100 incassati.
I dati inseriscono l’Abruzzo nella fascia intermedia della graduatoria nazionale: valori più contenuti si registrano in regioni come Lombardia, Trentino e Alto Adige, mentre incidenze più elevate riguardano Calabria, Puglia e Campania. A livello nazionale, il 2022 fa registrare 102,5 miliardi di gettito evaso, con un’incidenza media dell’11,2 per cento sul valore aggiunto.
Nel complesso, le imposte patrimoniali in Italia hanno garantito nel 2024 un gettito di 51,2 miliardi di euro, in crescita del 74 per cento rispetto al 2004. Nel dettaglio, l’Imu rappresenta la voce principale con 23 miliardi, seguita dall’imposta di bollo (8,9 miliardi), dal bollo auto (7,5 miliardi) e dall’imposta di registro (6,1 miliardi).
Secondo la Cgia, una strategia più incisiva di contrasto all’evasione, soprattutto nelle aree con i tassi più elevati, costituirebbe una leva rilevante per il finanziamento dei servizi pubblici e la riduzione degli sprechi nella spesa statale.
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