Ammanchi per mezzo milione su depositi alle Poste, dipendente condannata

L’ex dipendente delle Poste ed ex capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di Corropoli M.D.M, accusata di aver procurato ammanchi dal libretto di un correntista per oltre mezzo milione di euro è stata condannata a quattro anni e otto mesi, con il rito abbreviato, per peculato aggravato, truffa, sostituzione di persona e autoriciclaggio aggravato. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale di Teramo, Roberto Veneziano. Alla donna, licenziata dalle Poste quando la vicenda è venuta alla luce, è stata comminata anche l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale – immediatamente esecutiva – di 80mila euro nei confronti del risparmiatore danneggiato.

Per determinare il risarcimento nei suoi confronti e nei confronti di Poste Italiane, entrambi costituitisi parti civili, è necessario un procedimento in sede civile.

Il pm Laura Colica aveva chiesto l’applicazione di una condanna a cinque anni di reclusione. La vicenda risale al novembre dello scorso anno. Il correntista, che ha presentato denuncia alla polizia postale di Teramo dal 2017 al 2024 avrebbe visto il suo deposito prosciugato, a sua insaputa, di oltre mezzo milione di euro, tra somme nel libretto postale dove transitavano gli interessi riconosciuti ed estinzione di buoni fruttiferi, alcuni dei quali provenivano dall’incasso della conversione di una polizza vita di un familiare deceduto.

L’inchiesta avrebbe individuato la Di Matteo e un’altra operatrice postale quali responsabili dell’attività di rimborsi ed estinzioni di buoni fruttiferi, la parte maggiore dei quali sarebbe stata intascata dalla ex consigliera comunale – che di recente si è anche dimessa dall’incarico politico – mentre più marginale sarebbe stata la posizione dell’altra collega, per somme più esigue, circa 20 mila euro: per lei è previsto il processo con rito ordinario a gennaio.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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