Un gruppo di anarchici ha occupato la sala Fibbioni del Comune di L’Aquila in segno di protesta per sollevare il caso di Silvia e Anna due detenute che dal 29 maggio sono in sciopero fame presso la sezione alta sorveglianza nel carcere dell Aquila in regime di 41bis dopo essere state trasferite da Torino dopo gli arresti eseguiti dalla Digos. Per analoghi motivi, un altro gruppo, si e’ invece arrampicato su una gru alta oltre 40 metri, posizionata davanti la cattedrale di San Massimo. Si tratta di anarchici e anarchiche, cosi’ si firmano in un volantino.
Entrambi i luoghi occupati dagli anarchici, il Comune del capoluogo abruzzese e l’area antistante la gru, sono presidiati da polizia e carabinieri. L’area in cui si trova la gru, installata davanti alla facciata in piazza Duomo all’interno cantiere post terremoto, e’ stata dai vigili del fuoco delimita per ragioni sicurezza
Si e’ spostata in Piazza Duomo l’azione di protesta di questa mattina all’Aquila contro il regime carcerario del 41bis da parte di due gruppi che si definiscono “compagni anarchici e anarchiche”: uno ha simbolicamente occupato la sala “Cesare Rivera” della sede municipale di palazzo Fibbioni, l’altro e’ riuscito a salire sulla gru posta nel cantiere del palazzo dell’Arcivescovado, adiacente la Cattedrale di San Massimo in piazza Duomo, esponendo un lungo striscione con la scritto: ‘Chiudere la AS2 (Alta sicurezza 2) dell’Aquila”. Nel primo pomeriggio una ventina di anarchici ha abbandonato l’occupazione della sede del Comune e dopo essere stati identificati hanno raggiunto il luogo in cui e’ ancora attiva la protesta di altri dieci manifestanti, sorvegliati dalle forze dell’ordine anche in tenuta antisommossa arrivati da Roma ma anche dai vigili del fuoco hanno gonfiato il telone a scopo di sicurezza, essendo la gru sulla quale sono saliti i manifestanti alta una sessantina di metri. I due gruppi arrivati da piu’ citta’ italiane, lamentano in un volantino lasciato in copia in piu’ punti del centro storico la chiusura della sezione alta sorveglianza dell’Aquila, in cui si trovano detenute le due donne e per solidarizzare con le stesse che dal 29 maggio stanno attuando lo sciopero della fame.