Un quesito “eccessivamente manipolativo” e, dunque, “inammissibile”. Cosi’ la Corte Costituzionale, con una decisione presa a maggioranza ha bocciato il referendum proposto da 8 Consigli regionali – Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria – per l’abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale sia della Camera che del Senato. Una pronuncia – le cui motivazioni saranno depositate entro il 10 febbraio – adottata dopo una camera di consiglio ‘fiume’, iniziata alle 9,45 di questa mattina per finire solo nel pomeriggio alle 16, nella quale e’ stato esaminato – e dichiarato inammissibile – anche il conflitto di attribuzione, inerente la legge sui referendum, sollevato da 5 delle Regioni promotrici del quesito. Al momento, Palazzo della Consulta spiega le ragioni della sua decisione con un comunicato: “La richiesta e’ stata dichiarata inammissibile per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolativita’ del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicativita’ della ‘normativa di risulta’”
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