Il sistema manifatturiero italiano sta trainando la ripresa soprattutto grazie all’apporto delle piccole e micro imprese. A sottolinearlo il professor Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison, disaggregando i dati Istat sull’andamento del prodotto interno lordo. E a testimoniare il ruolo delle piccole imprese italiane nel sistema produttivo è una indagine del Centro studi Cna, dalla quale scaturisce che, sulla base dei più recenti dati economici omogenei a disposizione, l’Italia rimane la seconda economia manifatturiera d’Europa, dopo la Germania. La presenza di piccole e piccolissime imprese è preponderante in tutti gli ambiti produttivi del comparto: dai campi più tradizionali, a spiccata vocazione artigiana, a quelli caratterizzati dai processi produttivi maggiormente complessi.
In Italia, su quasi 380mila imprese attive nei comparti manifatturieri il 92,3% sono micro (82% del totale) o piccole (10,3% del totale), organizzate giuridicamente come imprese artigiane nel 63,8% dei casi. Tra le grandi economie dei 27 Paesi membri dell’Unione europea, l’Italia presenta la struttura produttiva più estesa e diffusa. Solo limitatamente al segmento delle grandi imprese (oltre 250 addetti) il nostro Paese ne conta un numero più basso o uguale rispetto alla Germania e alla Francia. Dal punto di vista occupazionale, invece, le grandi imprese assorbono il 60,5% degli addetti in Germania, il 60% circa in Francia e il 27,2% nel nostro Paese.