Le aziende del comparto casa interessate ad acquisire la patente a crediti sarebbero poco più di 832.500. Lo stima l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che segnala anche le lentezze burocratiche dell’iter per la concreta introduzione del provvedimento. “Con l’introduzione della patente a crediti, l’intento del legislatore è quello di prevenire e contrastare il lavoro irregolare e aumentare la sicurezza nel comparto delle costruzioni. Obbiettivi condivisibili che, purtroppo, si stanno scontrando con la spaventosa inefficienza della burocrazia ministeriale. Infatti, sono più di 4 mesi e mezzo che la normativa è stata approvata definitivamente, ma a 10 giorni dall’entrata in vigore della patente a crediti, solo ieri il tanto atteso decreto attuativo del ministero del Lavoro, presentato alle parti sociali il 23 luglio scorso, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale”, segnala la Cgia.
Al riguardo, va però segnalato, proprio oggi fonti del ministero del Lavoro hanno fatto sapere che la circolare esplicativa dell’Ispettorato nazionale del Lavoro sarà pubblicata lunedì prossimo 23 settembre. Tra le 832.500 attività interessate a richiedere la patente a crediti, oltre 320mila (quasi il 40 per cento del totale), sono costituite da artigiani, molti dei quali stranieri, che non hanno dipendenti. Secondo la stima dell’Ufficio Studi della Cgia, il 54,9 per cento del totale sarebbero imprese individuali (pari in valore assoluto a 457mila), il 32,9 per cento società di capitali (circa 274mila) e il 9,3 per cento società di persone (poco più di 77.300). La regione che ne conta di più è la Lombardia: tra edili, elettricisti, termoidraulici, fabbri, serramentisti, etc., l’ammontare complessivo è di 144mila attività. Seguono il Lazio con 83.500 imprese e la Campania con 77mila. L’Abruzzo è al 14mo posto con 19.144 imprese interessate dal provvedimento.
“I destinatari della misura sono le imprese e i lavoratori autonomi (ovvero gli artigiani senza dipendenti) che operano nei cantieri temporanei e mobili. Tra questi ultimi rientrano i cantieri edili, quelli per realizzare le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime e idroelettriche. Sono esclusi da questo provvedimento coloro che in questi ambienti di lavoro effettuano solo mere forniture o prestazioni di natura intellettuale (ovvero i liberi professionisti). Non sono ottenute a richiederla anche le imprese
(prevalentemente medio/grandi) che possiedono la SOA (Società Organismo di Attestazione) in classifica pari o superiore alla III (per
contratti di appalto pari o superiori a 1.033.000 euro)” si legge nella nota.