Cronaca

Commissione Grandi Rischi, la sequenza sismica non è esaurita

"Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento". Lo evidenzia la Commissione Grandi Rischi che d'intesa con il Capo Dipartimento della Protezione Civile, si è riunita ieri a seguito della ripresa della sismicità che ha colpito l'Appennino Centrale a partire da Agosto 2016. "La sequenza sismica che ha colpito l'Appennino Centrale su una lunghezza complessiva di oltre 70 km - spiega la Commissione - ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l'evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l'evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi di magnitudo M5.0-5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell'area di Montereale, che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009. Si tratta di una singola sequenza sismica. L'area era già stata colpita da sequenze simili e da grandi terremoti in passato, in particolare dall'evento del 1639, e non era stata interessata dagli eventi recenti di Colfiorito (1997) e dell'Aquila (2009). Questa sequenza può essere considerata come tipica dell'attività sismica appenninica, e come tale aspettata sulla base della storia sismica e del contesto sismo-tettonico regionale. Un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5 negli ultimi cinque mesi". 

La Commissione conferma l'impianto interpretativo già formulato a seguito degli eventi del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. E identifica "tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti - localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L'Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 - rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti. I recenti eventi hanno prodotto importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe". La Commissione ha anche espresso la sua vicinanza alla popolazione colpita dalla sequenza complimentandosi con il DPC per l'efficacia con cui sta affrontando l'emergenza.

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Hotel Rigopiano, parla il manutentore scampato alla slavina

"Ho cercato di chiamare qualcuno fino a quando ha fatto buio. Ma nessuno rispondeva. Poi ha continuato a nevicare, e' venuto giu' un altro mezzo metro di neve. Era troppo rischioso rimanere la'". Fabio Salzetta, il manutentore dell'hotel Rigopiano, racconta per la prima volta quei momenti maledetti. "Erano tutti raggruppati nella speranza di andarsene ma non avevamo paura, nessuno si immaginava che potesse succedere una cosa cosi'". Ma cosa ricordi? "Neve, neve e basta".

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Sindaco Farindola: 85% senza elettricità, temo per anziani

Nel Comune di Farindola, in provincia di Pescara, l'85% del territorio resta senza elettricità da giorni. "Temo per l'incolumità delle persone, soprattutto quelle anziane e più deboli", dice il sindaco Ilario Lacchetta, a RaiNews24. Nella frazione Rigopiano sono ancora al lavoro i soccorritori sull'hotel distrutto dalla valanga: 23 persone sono ancora disperse.

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Hotel Rigopiano, la testimonianza di uno dei soccorritori

"Scavavo con la pala, con le mani, con un ramo... la sonda ci aveva fatto capire che li', sotto tre metri di neve, c'era qualcuno. E io nella mia testa ci parlavo, con quella persona. Arrivo, arrivo, resisti...ti riporto io a casa. Sei troppo forte, non puoi morire cosi', dai che arriviamo. E invece". E' la dura testimonianza del maresciallo Lorenzo Gagliardi, che comanda la stazione del soccorso alpino della guardia di finanza di Roccaraso, raccolta da Repubblica, fra i primi soccorritori ad arrivare all'hotel Rigopiano travolto dalla slavina. "Ci hanno allertato alle 19.30", racconta, "inizialmente dovevamo andare a Campotosto, dove c'era una slavina con una persona sotto, ma poi li' sono stati impiegati quelli dell'Aquila. Lungo la strada abbiamo trovato tutti i mezzi dei soccorritori bloccati dalla neve, dagli alberi caduti, dai detriti. Tra l'ultimo pezzo di strada libero e l'albergo Rigopiano c'erano 8 chilometri". L'hotel l'hanno raggiunto alle 4 di notte e della struttura, dice, "non c'era quasi piu' niente", "solo una collina bianca". "Poi abbiamo visto quella macchina", "a 50 metri dall'hotel, in uno spiazzo, con il motore acceso. Era l'unica a non essere stata rovesciata dalla valanga. Dentro c'erano due uomini, Giampiero Parete e Fabio Salzetta, ancora vivi grazie all'impianto di riscaldamento dell'auto". Intervistato anche dal Corriere della Sera, il maresciallo Gagliardi non nasconde la difficolta' del percorso per arrivare all'albergo. "Dovevamo stare molto attenti a eventuali nuove slavine, dovevamo aggirare alberi caduti, c'era una bufera di neve fortissima. Insomma: era una situazione rischiosa ma non c'era una soluzione b". "Per entrare dove poi sono state recuperate le prime vittime abbiamo scavato un buco, una specie di tunnel verticale nella neve che in quel punto, cioe' sopra il solaio della struttura crollata, era alta due-tre metri", dice. "Questo turno non si chiude come avrei voluto. Se avessi salvato qualcuno strappandolo alla neve e alle macerie sarebbe tutta un'altra storia"

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Sono ancora 60 mila le utenze disalimentate, senza corrente in Abruzzo

La task force di 1400 uomini messa in campo in Abruzzo da e-distribuzione, la societa' del gruppo Enel che gestisce le reti elettriche di media e bassa tensione, ha ridotto a meno di 60.000 le utenze disalimentate sul territorio regionale. Un numero sempre consistente, che, secondo le stime di e-distribuzione oggi sara' possibile portare a meno di 30.000 il numero complessivo dei clienti ancora disalimentati. Stamattina in Abruzzo sono circa 59.000 i clienti disalimentati. L'Aquila va verso la normalizzazione del servizio, con interventi in corso che riguardano un numero limitato di utenze; Teramo: 38.000 clienti disalimentati; Pescara: 10.500 clienti disalimentati; Chieti: 10.500 clienti disalimentati. Dall'inizio dell'emergenza la task force di e-distribuzione, in campo con quasi 600 mezzi operativi e piu' di 500 gruppi elettrogeni, ha progressivamente rialimentato oltre 160.000 utenze. Situazione in miglioramento nelle Marche, dove prosegue l'impegno per la normalizzazione del servizio in giornata. Le operazioni di ripristino sono state ostacolate nella notte dal permanere di problemi di viabilita' in alcune aree montane e dall'insorgere di nuovi guasti. La situazione e' comunque in miglioramento: ad Ascoli 3.000 disalimentati sono concentrati nella Provincia di Ascoli. A Macerata e Fermo si va verso la normalizzazione del servizio. Aggiornamenti sulla situazione della rete elettrica vengono pubblicati sui siti aziendali e vengono fornite puntuali informative a protezione Civile e istituzioni sullo stato di avanzamento degli interventi con previsioni dei tempi di ripristino del servizio. E-distribuzione ricorda che opera in stretto contatto con le Autorita' Locali e regionali per gestire le situazioni piu' critiche con misure temporanee, anche attraverso l'installazione gruppi elettrogeni

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Mons. Valentinetti: Prego e chiedo preghiere per le vittime della slavina

Prego e chiedo preghiere per le vittime della slavina, per i loro famigliari, per i dispersi, per i soccorritori, per i volontari e per tutti quelli che si prodigano ad aiutare chi, in questo momento, e' in difficolta'". Sono queste le parole di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, mentre segue con ansia e dolore gli aggiornamenti sull'hotel di Farindola, nel territorio della diocesi, e, insieme alla Caritas, continua a mettersi in ascolto delle esigenze della sua gente ancora attanagliata in casa dalla neve e dalla mancanza di elettricita', per l'attivazione di reti di solidarieta'. "E' una tragedia - continua il presule - perche' la morte e' sempre una tragedia, ancor piu' quando arriva improvvisa, inaspettata. La morte, cosi' come la sofferenza, e' un mistero che possiamo affrontare nel silenzio, o tra le grida, che possiamo fronteggiare con rabbia, e che siamo costretti ad accettare o ad accogliere con fede. E' un mistero, pero', anche la vita, che entra spesso con gioia nella nostra storia; sono un mistero tante situazioni che si perpetuano nella nostra esistenza e fanno meraviglia. E' sul mistero che accogliamo che dobbiamo puntare il nostro sguardo e il nostro cuore per trovare la forza di abbracciare anche il mistero che ci fa dolore". Per l'occasione l'arcivescovo chiede ai suoi parroci la celebrazione della messa con la colletta in tempo di terremoto e invita a continuare con le reti di aiuto che si stanno attivando spontaneamente. "E' doveroso ringraziare i soccorritori - afferma l'arcivescovo - i volontari e coloro che in questi giorni stanno facendo di tutto per risolvere le difficolta della nostra gente, ma e' anche giusto notare come, in queste situazioni si attivino reti amicali e famigliari di aiuto reciproco che riempiono di carita' la nostra fragile umanita'". E' un messaggio di speranza quello che l'arcivescovo vuole lanciare, poggiato sull'esperienza di tanti che nella difficolta' riescono a leggere anche segni positivi: "Avere speranza - conclude monsignor Valentinetti - vuol dire saper porgere lo sguardo sulle situazioni positive - seppur minori delle disgrazie - che si realizzano anche nei momenti piu' bui. E' solo un esempio, ma possono aiutarci le parole di un parroco, bloccato in paese con la sua gente, che rispondeva al nostro tentativo di metterci in contatto con lui, cosi': 'Metri di neve e al quarto giorno senza energia elettrica. I telefoni funzionano solo per brevi tratti. Ai tanti disagi, pero', corrisponde tantissima solidarieta''. Questa esperienza che penso sia un po' di tutti, ci dia forza e coraggio". 

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Disagi per il trasporto pubblico locale, in particolare nel Teramano

Diverse le zone, soprattutto dell'entroterra abruzzese, che presentano ancora difficolta' oggettive in fatto di viabilita', soprattutto in quelle montuose dove l'ostacolo principale e' rappresentato dal ghiaccio. Lo riferisce la Societa' Unica di Trasporto Abruzzese (Tua) aggiungendo che "in nottata diverse officine aziendali hanno lavorato per la manutenzione straordinaria dei mezzi". Questo il quadro in regione aggiornato alle 9 di stamani: a L'Aquila servizi sospesi da Capitignano, Montereale, Rocca di Mezzo, Castel del Monte, Campotosto, S. Cosimo, Ville di Fano, Amatrice. Per Lucoli il servizio e' limitato a bivio Lucoli Alto. A Teramo, tutti i collegamenti sono fermi ad eccezione della Giulianova-Teramo e Teramo-Montorio. Regolari i servizi per Roma e L'Aquila. Ad Avezzano, la linea Avezzano-L'Aquila via Rocca di Mezzo e' limitata ad Ovindoli. Per l'area di Tagliacozzo si effettuano servizi ridotti. A Giulianova, sospesi i servizi a Morro d'Oro. Chiusa la S.S. 81 da Piane di Morro fino ad Ascoli. Servizi limitati a S.Egidio. A Sulmona, sulla tratta Secinaro-L'Aquila non si effettua il transito per Molina. Servizi sospesi per le localita' di Pettorano, Rocca Pia, Acciano, Pacentro, Pescocostanzo, Rivisondoli. A Lanciano, servizi sospesi sulle linee Pizzoferrato-Castel di Sangro, Villa Santa Maria-Castel di Sangro. Sulla tratta Palena-Lanciano non si effettuano i transiti a Montenerodomo, Colledimacine e Palena. Sospesi i servizi da Ateleta. I servizi da Palena sono attestati a Lettopalena. A Chieti, riattivata completamente la linea Chieti-Pescara. Servizi ridotti da Guardiagrele per Chieti e Pescara con capolinea a bv.Grotte. Fermi tutti i collegamenti da Orsogna e Filetto per Chieti. Per Pscara extraurbano, linee sospese da Castilenti, Serramonacesca, Caramanico, Farindola, Arsita, Villa Celiera, Peschiole. Corse ridotte da Scafa e Civitella. Per la linea Pescara-Citta' S.Angelo il capolinea e' spostato al Campo Sportivo. La linea suburbana Penne Pescara non transita in localita' Caparrone e Collecorvino paese. Per Pescara urbano, linea 4 limitata a Colle Marino con il seguente percorso: Colle Marino-strada Pandolfi-Via di Sotto-inversione alla rotatoria di Colli Innamorati-Via di Sotto-S.da Pandolfi-S.da Colle di Mezzo-Largo Madonna Terminal Bus. Linea 45: Colle Marino-S.da Pandolfi-rotatoria di intersezione con Via Di Sotto-S.da Pandolfi-S.da Colle di Mezzo-Largo Madonna .-Terminal bus. Linea 13 non transita per Via Raiale. I servizi ferroviari assicurati da Sangritana/Tua Spa sono regolari.

 

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Maltempo, recuperati in Abruzzo i corpi di 2 dispersi

 La prefettura di L'Aquila ha comunicato che squadre di soccorso alpino della Guardia di Finanza intervenute nella frazione di Ortolano, nel comune di Campotosto, hanno recuperato il corpo di una persona dispersa sotto una slavina mercoledì scorso. Lo rende noto la Protezione civile, spiegando che la prefettura di Teramo ha invece comunicato che sempre squadre del soccorso alpino della Guardia di Finanza intervenute nel comune di Crognaleto hanno recuperato il corpo di uno dei due dispersi che si cercavano nel comune. Proseguono le ricerche per la seconda persona. 

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Croce Rossa porta latte e farmaci alle frazioni di Penne

La Croce Rossa Italiana sta portando, con delle motoslitte, del latte per un bambino di undici mesi rimasto isolato con la propria famiglia a Colle Sant'Elmo, frazione di Penne colpita dalle nevicate degli ultimi giorni. Gli operatori, sempre in coordinamento con la Protezione civile, hanno anche consegnato dei farmaci salvavita a due famiglie nella stessa frazione e in quella di Trofigno, secondo quanto si apprende

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Hotel Rigopiano, il racconto del salvataggio

Marco Bini, vice brigadiere del Soccorso alpino della Guardia di finanza, ha recuperato le 6 persone ritrovate ancora vive all'hotel Rigopiano, confermando quello che molti suoi colleghi spiegavano già ieri: mai perdere la speranza, continuare a cercare e "buttare il cuore oltre l'ostacolo", come diceva il capo della Protezione civile.Le sei persone sono state ritrovate oggi nella tarda mattinata, nel vano cucina di un albergo che era stato completamente stravolto dalla slavina di mercoledì scorso: si faceva fatica a capire in quale settore e a quale altezza dell'edificio ci si trovava. I sei "stanno bene, erano in buone condizioni - racconta Bini - non credevano ai loro occhi, ed è stato bellissimo: più che le parole, ha contato la gioia dei loro volti".Per trovarli, i soccorritori hanno provato e provato. Hanno urlato. Hanno sguinzagliato i cani, ma la risposta era il silenzio. La neve attutiva suoni e rumori. Secondo Bini, i sopravvissuti sapevano che qualcuno li cercava, ma non riuscivano a farsi sentire. E' stato anche osservato del fumo, ma non è chiaro se avessero acceso un fuoco o se fosse un principio di incendio, osservato anche in altri settori del Rigopiano. In ogni caso, il vice brigadiere spiega che con le fiamme si rischia di esaurire velocemente l'ossigeno, in una bolla d'aria simile.Difficilmente, poi, questo fuoco avrebbe scaldato. Epperò, continua a spiegare Bini, paradossalmente la neve - con un effetto igloo - aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una "sacca d'aria". "In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all'interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore", dice.Qui a Penne non si conosce l'identità delle vittime, trasportate a Pescara e, forse, anche a L'Aquila. Ciò che è sicuro, per ora, è che tra i primi sei ci sono tre uomini, una donna e - sembra - le sue due figlie. Adesso quel "motore che alimenta i soccorsi", per usare ancora le parole del capo della Protezione civile, gira ancora più veloce. Si spera di trovare altre persone ancora in vita, ripete il vice brigadiere della Guardia di Finanza.

 

"Un disastro indescrivibile, un dramma simile che "non si era mai visto. Qui uniamo due scenari diversi: la valanga, che affrontiamo sempre, e una catastrofe naturale come un mini terremoto", ha detto Walter Milan, portavoce del Soccorso alpino e dalle prime ore sul campo per coordinare i soccorsi.Sguardo preoccupato, racconta l'intervento sostenuto dal Cnsas: "Noi come Soccorso alpino interveniamo in questo contesto molto difficile in cui ci vogliono tante persone e tanto tempo per esaminare in maniera metodica la valanga - ha spiegato - Noi dobbiamo controllare centimetro per centimetro, dividiamo la valanga in porzioni molto piccole con spaghi e paletti e sondiamo per essere certi che in quel punto non c'è nessuno". Lo scenario trovato nei pressi del resort di lusso, d'altronde, era dal punto vista 'fisico' assai complesso: "La valanga è molto importante e ha un fronte di oltre 30 metri: scivolando verso valle ha creato degli accumuli, con 'onde' alte fino a 5 metri".

Ovviamente è stato fondamentale il lavoro anche dei Vigili del fuoco e della Protezione civile, che ha operato con grossi autocarri e speciali sonde per captare segnali di vita sotto la spessa coltre di neve e ghiaccio. Di grande importanza dal punto di vista tecnico l'apporto di maxi-turbine (alcune capaci di perforare il muro bianco ad una velocità di 700 metri l'ora) e delle frese. Ma i tantissimi soccorritori (oggi tra tutti gli enti erano almeno in sessanta in quota) hanno scavato senza sosta da quasi 48 ore anche con la pala, sfidando temperature ben sotto lo zero. Gli elicotteri ha svolto invece un duplice ruolo: da una lato hanno portato gradualmente le squadre in cima all'hotel Rigopiano, dall'altro hanno trasportato in sicurezza i sopravvissuti (quasi una decina al momento) nei centri ospedalieri, in primis quello di Pescara. Qui aspettano speranzosi familiari e amici delle persone coinvolte, mentre i feriti prima vengono portati in rianimazione e poi nei settori di competenza a seconda delle condizioni.

 

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