Crisi idrica, sindaco di Guardiagrele Dal Pozzo replica dichiarazioni opposizione

“I responsabili della prossima emergenza idrica saranno quelli che oggi mi attaccano”. Lo afferma il sindaco di Guardiagrele Simone Dal Pozzo. 
“Io ho rallentato i lavori? Falso! E gli atti lo dimostrano. A chiarimento della mia protesta ribadisco che i lavori previsti sono insufficienti! Scrivo in merito agli articoli di stampa riguardo alla vicenda del dirottamento su altre emergenze dei fondi recuperati per i lavori sull’acquedotto di Guardiagrele, pubblicati a seguito di dichiarazioni del gruppo di centrodestra resto attonito. L’opposizione, anziché unirsi nella protesta lanciata dall’amministrazione nei giorni scorsi a tutela della loro stessa città, accusa me di avere non avere mai autorizzato i lavori. Ai consiglieri Flora Bianco e Orlando Console, di fronte a questa solenne sciocchezza, dico che la situazione è molto chiara: stiamo parlando di una delibera della Giunta Regionale, la numero 173 dell’8 aprile scorso. Il documento dice molto chiaramente che i fondi che erano stati recuperati per i lavori sull’acquedotto dell’Avello e, quindi, a Guardiagrele sono stati dirottati nel vastese. Si tratta di fondi recuperati dopo anni di attesa e che potevano finalmente consentire di portare a compimento un lavoro fondamentale per limitare la penuria di acqua in alcune stagioni dell’anno e, con l’occasione, di riqualificare il centro storico con una nuova pavimentazione del corso. Questo è il motivo delle due note di protesta alla Regione che, anche in questo caso, non si è fatta viva se non attraverso Mauro Febbo che non ha perso neanche questa occasione per attaccare un sindaco che semplicemente difende la sua comunità. Risalgono al 2017 le prime note alla SASI con le quali chiedevamo di aumentare le risorse per un lavoro che, così come già appaltato, sarebbe stato parziale e non risolutivo del problema. Lo scorso anno, il 22 marzo 2019, abbiamo anche convocato la conferenza dei servizi per arrivare alla conclusione del percorso che richiedeva anche una autorizzazione della Soprintendenza, mai richiesta. Quando abbiamo visto più vicina l’opportunità di definire il percorso, ci troviamo di fronte a una decisione che, per altro, sconfessa anche un impegno che la Regione e l’ERSI avevano preso in piena emergenza idrica dello scorso autunno. Ora, mi si deve spiegare con quale atto avrei bloccato e soprattutto cosa avrei bloccato. Il consigliere Di Prinzio, pur non firmando il comunicato del suo gruppo, sa bene che il progetto appaltato avrebbe causato la rottura della sola parte centrale del corso senza ripristinare tutta la pavimentazione perché lasciava fuori gli allacci alle utenze private, determinando il rischio  di immediate rotture. Sa anche che alla SASI abbiamo chiesto di agire per recuperare tutte le economie e i fondi che in precedenza erano stati destinati ad altro. Ora, dopo avere recuperato le somme che mancavano e quando, finalmente, si vede la fine di una storia, secondo la destra locale avrei dovuto restare in silenzio. Ci auguriamo che, anche grazie all’intervento del Prefetto che ha prontamente sollecitato, dopo la nostra richiesta, tutte le autorità interessate, compreso il Ministero, agiscano per ripristinare i fondi che sono stati sottratti”.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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