‘Palermo chiama, Pescara risponde’, il Premio Borsellino ricorda la strage di Capaci

“Da venticinque anni ad oggi tanto e’ cambiato nella lotta alla mafia. Direi tutto, radicalmente, perche’ oggi abbiamo una polizia giudiziaria di altissimo livello e quindi dico alla gente che puo’ stare tranquilla perche’ abbiamo forze dell’ordine di alto profilo. Anche la magistratura ha seguito questa strada rispetto a tanti anni fa”. Lo ha detto Alfredo Morvillo, Procuratore di Trapani e fratello di Francesca, la moglie di Falcone morta con lui nell’attentato di Capaci, partecipando a Pescara alla cerimonia “Palermo chiama Pescara risponde”, proprio in ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli uomini della loro scorta trucidati 25 anni fa. “Nei decenni scorsi la mafia era piu’ forte dello Stato proprio perche’ il contrasto alla mafia non era all’altezza della situazione e dove qualcuno diceva che la mafia non c’era, questa proliferava e andava avanti indisturbata. Parliamo degli anni della Guerra di Mafia e degli omicidi eccellenti – ha aggiunto Morvillo -. Erano gli anni in cui, non appena, all’interno delle Istituzioni, nasceva un uomo coraggioso, e spinto dalla voglia di fare fino in fondo il proprio dovere, veniva facilmente individuato, isolato ed eliminato. E’ accaduto a uomini delle forze dell’ordine, della magistratura, della politica e cosi’ via. Cio’ che stenta a cambiare oggi, in Sicilia e nel Paese tutto, nella lotta alla mafia e’ la coscienza della gente e soprattutto la coscienza della politica che ha un compito molto importate, quello di lanciare dei messaggi, con comportamenti univoci e una presa di distanza netta e rigorosa da tutto quello che ha anche il piu’ lontano sapore di mafia”.

La manifestazione e’ organizzata dall’Associazione Nazionale Magistrati – giunta distrettuale Abruzzo e dalla fondazione Premio nazionale Paolo Borsellino

“La memoria di Giovanni Falcone e delle altre vittime di Capaci, insieme a quella di Borsellino e delle vittime di Via d’Amelio, costituisce sempre piu’ elemento unificante nella crescita della cultura dei cittadini, in particolare dei giovani, e delle Istituzioni, nel contrasto alle mafie e per l’affermazione dei valori della legalita’ e della Giustizia”. E’ uno dei passaggi principali del messaggio inviato dal vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, al presidente della giunta distrettuale dell’Anm Abruzzo, Valentina D’Agostino, in occasione della cerimonia “Palermo chiama Pescara risponde”.

Legnini, per “impegni istituzionali gia’ assunti e non differibili” non ha potuto partecipare all’incontro. “Come e’ a voi tutti noto, l’iniziativa assunta dal Csm, su mia proposta, di pubblicare gli atti che segnarono il difficile e sofferto rapporto di Giovanni Falcone con il Consiglio ha suscitato uno straordinario interesse perche’ quelle pagine, finalmente desecretate, ci parlano sia delle intuizioni, dei progetti e delle conquiste di un magistrato di eccezionale valore, sia dei contrasti, delle sconfitte e della solitudine che Falcone dovette affrontare in quegli anni cosi’ fertili e cosi’ drammatici – prosegue Legnini nel suo messaggio -. Cio’ che e’ certo e’ che l’eredita’ di quegli anni costituisce per la magistratura e per tutti i cittadini un patrimonio inestimabile per l’oggi e per il futuro, sempre piu’ necessario per sconfiggere la criminalita’ e per affermare i diritti e le liberta’ di ciascuno”. Il vice presidente del Csm inoltre ha inviato ai partecipanti alcune copie “della straordinaria pubblicazione che raccoglie quegli atti cosi’ importanti, in segno di partecipazione ed adesione del Consiglio alla vostra bella ed importante iniziativa”

“Io di Giovanni Falcone dico che era un uomo del futuro e quando lo ricordo, non ricordo solo la sua attivita’ da magistrato, che e’ anche quella piu’ conosciuta, con il metodo Falcone che ispira ormai tutte le investigazioni. Io voglio parlare di Falcone e del suo lavoro al Ministero della Giustizia, come direttore generale dell’area penale, e proprio da Giovanni Falcone partirono i principi cardine di tutta la nostra normativa antimafia. Le norme piu’ importanti furono emanate nel periodo in cui Falcone fu al Ministero, e furono il frutto delle sue intuizioni”, il sottosegretario di Stato alla Giustizia Federica Chiavaroli ricorda cosi’ il magistrato siciliano ucciso a Capaci, insieme con la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli uomini della scorta. “I cardini della lotta alla mafia sono la confisca dei beni, voluta da Falcone, le norme sui pentiti volute dal magistrato siciliano e il carcere duro per i capi delle organizzazioni criminali, voluto da Falcone. Per questo a me piace ricordare oggi questo lavoro di Falcone che e’ meno conosciuto”. Rivolgendosi ai tanti ragazzi delle scuole intervenuti oggi nella Sala Alessandrini, il Sottosegretario alla Giustizia ha poi aggiunto: “Queste giornate sono importanti perche’ come diceva Antonino Caponnetto, che era colui che il pool antimafia lo aveva messo in piedi, la mafia ha piu’ paura della scuola che della Giustizia, perche’ prospera sull’ignoranza. E allora della cultura della legalita’ e’ importante parlarne anche con voi. Il messaggio che oggi vogliamo lanciare e’ che non bisogna girarsi dall’altra parte, cosi’ come ci ha insegnato Giovanni Falcone. Non bisogna restare indifferenti. Succede purtroppo troppo spesso che fatti gravi accadono oggi sotto gli occhi di chi si gira dall’altra parte”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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