Processo tetti spesa della sanità, ascoltato Luigi Pierangeli

“Avevamo 70 milioni di crediti bloccati, 40 come clinica Pierangeli e 30 come clinica Spatocco. Ci sono stati dei decreti ingiuntivi per una parte di quei crediti e dopo la firma del contratto sui tetti di spesa ci furono pagati 13 milioni nell’arco di 28 giorni”. Lo ha detto Luigi Pierangeli, presidente del gruppo Synergo, frutto della fusione tra le cliniche Pierangeli e Spatocco, ascoltato oggi pomeriggio, davanti al tribunale collegiale di Pescara, in qualità di testimone dell’accusa nel processo sui tetti spesa alle cliniche private per l’anno 2010. In avvio di udienza sono state stralciate dal processo le posizioni dell’ex sub commissario alla sanità Giovanna Baraldi e dei due tecnici dell’agenzia per i servizi regionali, Francesco Nicotra e Lorenzo Venturini, che non hanno rinunciato alla prescrizione e che compariranno davanti al giudice il prossimo 8 maggio. Il processo va avanti regolarmente, invece, per l’ex presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e per l’ex assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni, che hanno rinunciato alla prescrizione. Proprio Pierangeli, con un esposto, ha dato il via all’inchiesta. Secondo l’accusa Chiodi, in qualità di ex commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi della sanità, avrebbe fatto firmare alle cliniche private dei contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione Abruzzo. A fronte dei tagli, Chiodi e Baraldi avrebbero promesso alle cliniche un recupero attraverso incentivi legati alle cure di pazienti non abruzzesi. Una promessa che però, secondo le cliniche Pierangeli e Spatocco, costituitesi parte civile nel procedimento, si sarebbe rivelata un “falso”, che a loro giudizio sarebbe testimoniato anche dagli accordi di confine, mai sottoscritti, con Marche, Lazio e Molise. L’imprenditore della sanità privata ha ricostruito le varie tappe, passate per la bufera di Sanitopoli nel 2008, che hanno interessato il rapporto tra Regione e sanità privata in Abruzzo.”Il 18 febbraio 2010 la Regione adotta la delibera 14 ci invia dei dati del tutto imprevedibili – ha ricostruito in aula Pierangeli – attuando un drastico taglio alle attività per i pazienti provenienti da fuori regione, in assoluto contrasto con quatto fatto prima dal commissario Redigolo e con i dati sulla mobilità passiva”. L’imprenditore ha aggiunto che “iniziarono anche a circolare voci su una ridistribuzione del nostro budget a favore di altre case di cura”. 

“Qui dovranno venire esponenti del tavolo di monitoraggio e molti altri testimoni a dire come stanno veramente le cose. Io ho rinunciato alla prescrizione, se non credete a me, credete a chi verrà a testimoniare”. Così l’ex presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, imputato nel processo sui tetti spesa alle cliniche private per l’anno 2010, oggi pomeriggio in tribunale a Pescara, al termine della testimonianza resa dall’imprenditore della sanità privata Luigi Pierangeli, che con un suo esposto fece scattare l’inchiesta. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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