Dalle cessioni delle 4 bad bank potrebbero arrivare 250 milioni di euro

La cessione delle 4 banche (Etruria, Marche, carife e Carichieti) ha comportato forti perdite per il Fondo Nazionale di Risoluzione gestito dalla banca d’Italia (ma separato da questa) a causa di svalutazioni e ricapitalizzazioni visto che gli istituti sono stati ceduti formalmente a 1 euro ma sara’ possibile anche recuperare 250 milioni di euro seppure in maniera progressiva, dai benefici fiscali sulle Dta. E’ quanto si legge nel resoconto del Fondo Nazionale di Risoluzione. In particolare per l’operazione con Ubi (cessione di Etruria, Carife e Chieti) si legge come il Fondo “effettuera’ un aumento di capitale delle tre banche ponte, prima della cessione, per un importo massimo complessivo di 450 milioni di euro, di cui un ammontare fino a 100 milioni di euro sara’ destinato alla copertura di parte degli oneri connessi con operazioni di spin-off immobiliare. Inoltre e’ previsto “un meccanismo di partecipazione agli utili (profit sharing). Il Fondo assumera’ l’onere (stimato in via provvisoria in circa 320-360 milioni dalla cessione delle sofferenze. Il Fondo pero’ potra’ beneficiare di un ritorno economico (earn out), stimato in un importo minimo di 250 milioni di euro, che dipendera’ dall’effettivo conseguimento dei benefici attesi derivanti dall’utilizzo, da parte dell’acquirente, delle attivita’ fiscali anticipate connesse con le perdite pregresse (deferred tax asset, DTA) dei tre enti ponte, riferite agli esercizi fiscali fino al 2027. “Il ritorno economico relativo agli esercizi fiscali fino al 2022 verra’ vincolato in un conto di garanzia (escrow account)”. Sono previsti anche a carico del fondo “garanzie” su rischi legali e contenziosi con gli ex azionisti ma lo stesso Fondo definisce tali rischi “deve ritenersi di fatto nullo” secondo il quadro normativo vigente.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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