Qualità istituzionale, l’Abruzzo al 158mo posto in Europa

“La burocrazia rappresenta un vero e proprio nemico invisibile che pesa ingiustamente sul sistema delle nostre Pmi, drenando almeno 80 miliardi di euro all’anno. E’ un fardello insopportabile che ‘schiaccia’ soprattutto le microimprese, costrette a destreggiarsi tra moduli da compilare, documenti da produrre, timbri da apporre e file interminabili agli sportelli pubblici solo per ottenere una semplice informazione. Questi disagi tratteggiano quotidianamente la vita di tantissimi imprenditori”. E’ quanto denuncia l’Ufficio studi della Cgia, secondo cui “nonostante qualche timido passo in avanti fatto negli ultimi anni, la complessita’ delle norme e, spesso, l’impossibilita’ pratica di applicarle rappresentano un ‘dramma’ insopportabile”.

Senza contare – si legge nel dossier – che i tempi medi per il rilascio di permessi e autorizzazioni da parte della nostra Pubblica Amministrazione (PA) restano tra i piu’ elevati d’Europa; uno score da non andare particolarmente fieri e riconducibile, in particolare, a un livello di digitalizzazione dei servizi pubblici ancora troppo basso. Di conseguenza, a pagare il conto sono le aziende: che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche fondamentali alla loro attivita’ produttiva. Sia chiaro – si precisa nell’analisi – fare di tutta l’erba un fascio e’ sempre sbagliato.

Secondo la periodica indagine condotta nel 2024 dall’Universita’ di Goteborg sulla qualita’ istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni presenti nelle 210 regioni dell’Unione Europea, i risultati delle realta’ territoriali italiane sono state molto modeste. La Cgia segnala che la prima regione d’Italia e’ il Friuli Venezia Giulia che si colloca al 63 posto a livello europeo. Seguono la provincia Autonoma di Trento (81esimo), la Liguria (95esimo) e la Provincia Autonoma di Bolzano (96esimo). Male le regioni del Sud: l’Abruzzo al 158esimo posto, Puglia al 195esimo posto, Calabria al 197esimo, il Molise al 207esimo e la Sicilia al 208esimo si collocano proprio in coda alla classifica generale. In Ue, infine, la regione piu’ efficiente e’ la finlandese Aland; maglia nera, invece, e’ la realta’ bulgara di Severozapaden.

Anche dal confronto con gli altri Paesi, emerge che la nostra PA sconta dei differenziali di inefficienza molto preoccupanti. Secondo una recente indagine condotta dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), il 90 per cento delle imprese italiane ha dichiarato di avere del personale impiegato per adempiere agli obblighi normativi. Tra i paesi big dell’Unione, nessun altro ha registrato un risultato peggiore. Se in Francia il dato si e’ attestato all’87 per cento, in Germania e’ sceso all’ 84 e in Spagna all’ 82. La media UE, invece, si e’ stabilizzata all’86 per cento. Tuttavia, la cosa piu’ preoccupante che emerge da questa indagine e’ riconducibile al fatto che in Italia il 24 per cento degli imprenditori intervistati ha dichiarato che impiegano oltre il 10 per cento del proprio personale per espletare tutte le formalita’ richieste dalla legge, dato che scende al 14 per cento sia in Francia sia in Spagna e all’11 per cento in Germania. La media UE, invece, e’ pari al 17 per cento.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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