Nuovo report dell’Ufficio Studi Fisac sull’andamento delle chiusure di sportelli e sull’occupazione bancaria in Italia. Nel dettaglio in Abruzzo per la prima volta dopo anni, “l’andamento delle chiusure di filiali in Abruzzo presenta una percentuale inferiore alla media nazionale, dato comunque insufficiente a ribaltare un dato storico che ne fa la terza peggior regione nell’arco degli ultimi 5 anni. E’ andata decisamente peggio in Molise, che anche nel 2024 ha avuto un andamento peggiore rispetto alla media nazionale, riuscendo ad aggravare un dato che ne faceva già la peggiore regione d’Italia nell’ultimo quinquennio. Emblematica la situazione di Isernia: 17 sportelli bancari in tutta la provincia, meno di quanti se ne possono trovare in una borgata di una grande città” si legge in una nota della Fisac.
L’andamento dell’Abruzzo presenta forti differenze tra le province di Chieti e L’Aquila, con numero di sportelli sostanzialmente invariato, e quelle di Pescara e Teramo dove il calo è stato sensibile. Vedremo poi come impattino di questi numeri sulla presenza nei singoli comuni di sportelli bancari.
“Da rilevare come la Banca d’Italia evidenzi un piccolo aumento delle filiali presenti in provincia dell’Aquila. Questo in realtà è frutto di riclassificazioni di sedi preesistenti, non di nuove aperture. Possiamo sicuramente affermare che non c’è stato nessun incremento.
Colpisce la percentuale di chiusure in provincia di Isernia. Il taglio di 2 sportelli potrebbe apparire un numero poco significativo, ma rapportato ad una realtà in cui non ci sono quasi più banche ha un peso estremamente rilevante, tale da far figurare il Molise tra le regioni più penalizzate anche per il 2024.
La presenza delle filiali bancarie in Italia è rappresentata dalla figura che segue. Già lo scorso anno avevamo rilevato come oltre il 40% degli sportelli fosse concentrato in sole 3 regioni, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nel 2024 il dato si consolida, passando dal 40,1% al 40,2%. Il progetto di legge sull’autonomia differenziata è stato per fortuna smantellato dalla Corte Costituzionale, ma il sistema bancario ha comunque messo in atto una forte differenziazione che pesa sulle prospettive economiche delle varie regioni”.
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