Sebbene da quest’anno l’incentivo sia sceso al 65%, nei primi tre mesi del 2025 gli oneri a carico dello Stato sono aumentati di altri 1,8 miliardi di euro. Pertanto, il valore economico complessivo del vantaggio fiscale riconosciuto a coloro che hanno utilizzato il Superbonus per finanziare i lavori di ristrutturazione/efficientamento energetico delle proprie abitazioni e’ salito a 126 miliardi. A dirlo e’ l’Ufficio studi della Cgia. E’ evidente che nei primi mesi del 2025 i vincoli normativi imposti l’anno scorso hanno “congelato” il ricorso a questa misura. Tuttavia, il costo per le casse pubbliche continua ad aumentare, verosimilmente solo per quest’anno. Dal 2026, infatti, il Superbonus, salvo modifiche legislative, non sara’ piu’ utilizzabile.
Nel primo trimestre di quest’anno le uscite piu’ significative per le casse pubbliche hanno interessato la Campania (+3,4% pari a +301,6 milioni di euro), le Marche (+2,5% che corrisponde a +87,6 milioni) e il Molise (+2,5% pari a 19,3 milioni). Le regioni che, invece, in questo inizio 2025 hanno utilizzato meno il Superbonus sono state la Puglia (+0,6% con una spesa di +38,1 milioni di euro), la Valle d’Aosta (+0,6% pari a +3,4 milioni) e, infine, la Sardegna (+0,4% che corrisponde a +12,7 milioni di euro).
Per quanto riguarda l’Abruzzo, la regione si colloca al quinto posto per gli aumenti con un +101,1 milioni di euro e +2,4%. Gli interventi hanno interessato 15.065 edifici, ovvero il 4,3% degli edifici con un importo medio per gli interventi di 292.160 euro.
Entro il 31 marzo scorso, gli interventi di ristrutturazione/efficientamento edilizio realizzati per mezzo del Superbonus hanno sfiorato le 500mila unita’ (precisamente 499.709). Nonostante gli oneri a carico dello Stato siano pari a 126 miliardi di euro, solo il 4,1% del totale degli edifici residenziali presenti nel Paese e’ stato interessato dall’agevolazione fiscale. A livello regionale e’ il Veneto ad aver registrato il ricorso piu’ numeroso al cosiddetto 110%: con 59.846 asseverazioni depositate, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti e’ stata pari al 5,7%. Seguono l’Emilia Romagna con 44.767 asseverazioni e un’incidenza del 5,5%, il Trentino Alto Adige con 11.420 interventi e un tasso del 5,4, la Lombardia con 78.630 asseverazioni e un’incidenza del 5,3 e la Toscana con 38.418 operazioni e una incidenza del 5,2. Per contro, hanno manifestato un grosso disinteresse nei confronti del Superbonus le regioni del Mezzogiorno: il Molise, ad esempio, e’ stato interessato per il 3 per cento dei propri edifici residenziali, la Puglia il per 2,9, la Calabria per il 2,6 e la Sicilia solo per il 2,2%. Sempre a livello nazionale, l’onere medio per edificio residenziale a carico dello Stato e’ stato di 252.147 euro. Il picco massimo lo scorgiamo in Valle d’Aosta con 402.014 euro per immobile: seguono la Liguria con 306.240 euro, la Campania con 304.692 euro, la Basilicata con 304.681 euro e la Lombardia con 303.757 euro. Chiudono la graduatoria il Veneto con un costo medio per intervento di 197.017 euro per edificio, la Sardegna con 188.643 e, infine, la Toscana con 184.781 euro.