Aree interne, Foti: i fondi ci sono

“Per i Comuni i fondi ci sono perché la programmazione 2014/2020, faccio presente che siamo nel 2025, non è mai stata conclusa. Vi erano a disposizione 1.200 milioni, ci sono oltre 5.000 progetti per 700 milioni e sono stati spesi ad oggi 450 milioni di euro, questo nella programmazione che avrebbe avuto chiudere il 2020”. Così il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, all’Aquila a margine dell’incontro “I Comuni e la sfida del governo di area vasta”. L’appuntamento promosso dall’Anci segue quello di Torino dello scorso 17 aprile, dove è stata presentata l’Agenda dei Comuni e delle Città per la Coesione. “Per quanto riguarda la programmazione 2021-2027 i fondi ci sono. Ovviamente – ha continuato il ministro – c’è un’impostazione diversa perché vedendo com’è andata la prima programmazione si è pensato innanzitutto di responsabilizzare in questa attività le Regioni, anche come coordinamento, ma soprattutto di individuare per ogni area interna un ente capofila che sia responsabile del progetto d’area. Almeno l’accordo quadro che viene sottoscritto avrà un punto di riferimento stabile e al quale ci si potrà rivolgere non solo per l’avanzamento, non solo per il cronoprogramma, ma anche le eventuali ragioni dei ritardi”. “I progetti – ha concluso – devono vertere su quelle che sono le realtà delle diverse aree interne. I tre settori di intervento principale sono quelli dell’istruzione della salute e delle infrastrutture e dei trasporti”.

“C’è un programma molto interessante che sta per essere sviluppato, soprattutto nel sud. Penso che le aree individuate siano fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno: di circa 300 milioni ad oggi abbiamo licenziato circa 260 milioni con 193 progetti che dovranno necessariamente decollare”. Così il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, a proposito delle città medie intervenendo a margine dell’incontro “I Comuni e la sfida del governo di area vasta” promosso dall’Anci nazionale all’Aquila. “Il tema di tutte le città medie è determinante, perché oggi vi è la possibilità di un protagonismo di area vasta, sono quelle città che collegano quelle competenze tolte alle Province e nelle quali la vivibilità è decisamente superiore rispetto alla media nazionale – ha concluso Foti.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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