In Italia cresce senza sosta l’attacco delle ecomafie all’ambiente e la piaga della corruzione. Nel 2024 viene superato il muro dei 40mila reati ambientali, sono ben 40.590, +14,4% rispetto al 2023.
È quanto emerge in sintesi dal nuovo rapporto di Legambiente “Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia” (Edizioni Ambiente), presentato a Roma insieme ad un pacchetto di proposte per contrastare le illegalità ambientali e rafforzare norme e controlli, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, dal potenziamento dei controlli ambientali e la definizione di un Piano nazionale contro l’abusivismo.
In questo contesto l’Abruzzo, pur rappresentando “solo” il 3,5% dei reati ambientali totali, mostra segnali di crescente vulnerabilità, con fenomeni illeciti ormai diffusi su tutto il territorio regionale. A testimoniarlo sono i controlli effettuati che hanno portato ad oltre 1.341 denunce con 1.359 reati
Tra le quattro province, Chieti si conferma la più colpita: 388 reati ambientali in più rispetto al 2023. La provincia entra così nella top 30 nazionale per reati ambientali, piazzandosi al 27° posto. Segue Pescara, (354 reati, 369 denunce, 30 sequestri). In provincia dell’Aquila, la situazione si aggrava con un’impennata nei sequestri: +235 in un solo anno, su un totale di 271 reati e 167 denunce, mentre Teramo mantiene stabile il numero di reati (119), ma con 91 denunce e 25 sequestri in più.
immagine di repertorio