Addio a Giovanni Galeone, Pescara piange il suo “profeta” del calcio

Il calcio pescarese perde il suo “profeta”. E’ morto Giovanni Galeone, uno degli allenatori italiani più iconici. Malato da tempo, le sue condizioni di salute si erano aggravate nell’ultimo mese, tanto da esser costretto al ricovero in ospedale a Udine, dove, a 84 anni, si è spento.

Con lui se ne va un pezzo sostanzioso di storia del calcio italiano: Galeone è stato a lungo un simbolo, capace di dividere ma anche di divertire. Il suo 4-3-3 ha fatto scuola, con un gioco spettacolare, all’olandese, che esaltava le qualità tecniche dei suoi calciatori. Al di là dei risultati. Ha centrato promozioni e plasmato tecnici di grande successo: su tutti, Massimiliano Allegri, suo allievo ai tempi del Pescara e rimasto sempre molto legato al “Maestro”. Ma anche Gian Piero Gasperini e Marco Giampaolo. Nato a Napoli ma cresciuto a Trieste, Galeone ha iniziato ad avvicinarsi al mondo dello sport, ha saputo mischiare la passione per il calcio all’amore per la letteratura, ereditato dalla madre: Bertold Brecht e Jean-Paul Sartre i suoi intellettuali preferiti.

Da calciatore (era un centrocampista) trascorse la carriera con le maglie di Ponziana, Monza e Udinese fino al 1974. Ma è per il suo cammino da allenatore che Galeone resterà immortale. Pordenone, Adriese, Cremonese, Sangiovannese, Grosseto: poi le giovanili dell’Udinese prima della Spal. La svolta nel 1986, quando il Pescara gli affida la panchina: una squadra costruita per la Serie C1, ripescata in Serie B, vince il campionato cadetto e, nella stagione successiva, mantiene brillantemente la permanenza in A togliendosi anche lo sfizio di battere Inter e Juventus. Dopo la retrocessione e la breve parentesi al Como, Galeone torna alla guida dei biancazzurri nella stagione 1990-1991, ottenendo in due anni una salvezza in B e una promozione in A (unico nella storia a riuscirci due volte con il Delfino). Coinvolto in un’inchiesta giudiziaria e squalificato 8 mesi per omessa denuncia sul caso scommesse di Taranto-Pescara, nel 1991-92. Nel novembre 1994 fu ingaggiato dall’Udinese per sostituire l’esonerato Adriano Fedele e condusse il club friulano all’immediata promozione in A. Poi passò al Perugia, conquistando l’ennesima promozione della sua carriera.

Nel 1997 subentrò a campionato in corso nella panchina del Napoli, sua città d’origine, per sostituire Carlo Mazzone, ma fu poi a sua volta esonerato lasciando la squadra ultima in classifica (a fine stagione i campani retrocessero). Ancora Pescara nel suo destino prima dell’Ancona e di nuovo l’Udinese. Fino al ritiro nel 2013 e un lungo percorso da commentatore. Una vita per il calcio, quella di Galeone, che lascia un’eredità difficile da raccogliere.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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