Un progetto di legge con 200mila euro di stanziamento previsto per dare un ristoro economico alle attivita’ che pur potendo rimanere aperte in lockdown, non hanno potuto alzare le saracinesche essendone titolari, in Comuni limitrofi, persone residenti nelle zone rosse della Regione Abruzzo, impossibilitate dunque a raggiungerle. Ad annunciarlo il consigliere della Lega alla Regione Abruzzo, Vincenzo D’Incecco, depositario del pdl, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sala consiliare della Provincia di Pescara, insieme al capogruppo in Regione della Lega Pietro Quaresimale. Una misura pensata, dunque, per tutti i Comuni della Val Fino, dell’Area Vestina e la zona di Villa Caldari di Ortona, dove le restrizioni per la prevenzione sanitaria sono state maggiori. “I trasferimenti – ha quindi spiegato D’Incecco – sono ripartiti per l’80% in base alla popolazione residente, mentre il restante 20% e’ suddiviso in base ai giorni di lockdown riportati nelle ordinanze regionali. Una volta che le amministrazioni ricevono il quantum provvederanno, mediante avviso pubblico, alla concessione e all’erogazione dei contributi alle imprese, micro e piccole, che sono state oggetto di misure restrittive in vigore nella zona rossa”. D’Incecco ha poi sottolineato come il Pdl sia stato depositato prima della risoluzione del Pd sulle zone rosse, definita dallo stesso “un libro dei sogni”
Sulla possibilita’ chieste dai sindaci, e in particolare da quello di Castiglione Messer Raimondo, di prevedere una sorta di risarcimento per le spese sostenute per garantire le misure restrittive, D’Incecco all’agenzia Dire risponde: “nella legge e’ previsto che se nei Comuni i casi previsti dal pdl non si sono verificati, i soldi possono essere utilizzati per risanare quelle spese. E’ un progetto di legge: non e’ detto che non possa essere ampliato e migliorato nel corso del percorso legislativo che portera’ alla sua approvazione”. Quaresimale, da parte sua, ha poi ricordato come molti dei Comuni finiti nelle zone rosse, sono Comuni dell’entroterra piegati gia’ da tragedie come quelle dei terremoti, tornando quindi a chiedere al Governo di applicare qui le stesse misure economiche utilizzate a Codogno.