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“Dopo 4 anni migliaia di terremotati non hanno ancora una casa. Ho pregato Conte in ginocchio per sbloccare i miliardi che sono fermi”. Lo afferma in un’intervista a Libero il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, sottolineando che “abbiamo centinaia di cantieri paralizzati che creerebbero lavoro, ma i temi della ricostruzione entrano sempre nel ‘decreto prossimo’, come ho ribattezzato il decreto terremoto, per il quale non ho chiesto ulteriori fondi, ma soltanto il permesso di proseguire le opere. Purtroppo il Governo ha considerato prioritario il bonus per i monopattini”. “Il Governo avrebbe dovuto seguire l’esempio di Berlusconi a L’Aquila, invece ha cambiato i commissari ogni anno – continua Marsilio -: non c’è stata continuità né amministrativa, né di indirizzo. Abbiamo subito il fallimento di un modello non adatto a questo territorio ed errori gravi, come quello della burocrazia, che prevede decisione di passaggi per qualsiasi cosa che comportano 2-3 anni soltanto per avviare il cantiere”. (segue) “Speriamo che venga concessa maggiore autonomia alle amministrazioni locali – dice ancora il governatore -, così come successo per il ponte di Genova, o per l’ospedale Covid di Pescara, per il quale ho ricevuto poteri diretti e ho potuto bandire la gara, assegnare il cantiere in 15 giorni e terminare il primo lotto in 20 giorni. Se gli enti locali avessero maggiore libertà, sarebbe un vantaggio e un risparmio per tutti. Se lo stato sbloccasse la ricostruzione, anziché tenere gli sfollati in albergo, spenderebbe meno”. Quanto alla crescita dei contagi per coronavirus in Abruzzo, Marsilio afferma che “la stragrande maggioranza dei casi sono d’importazione: ci hanno mandato più di 200 immigrati dalla Sicilia dei quali il 40 per cento è risultato positivo. Le Regioni non hanno il potere di opporsi, possiamo soltanto segnalare il problema. Forse un giorno saremo costretti a sdraiarci per terra per non far passare i pullman carichi di immigrati”.
