Duro colpo alle vendite a novembre. A salvarsi sono solo i settori collegati allo stile di vita piu’ ‘casalingo’, per via del distanziamento, – ossia il comparto alimentare e quello tecnologico (tra smart working e ricerca di socialita’). Si impennano i dati dell’e-commerce che cresce del 50,2%. A certificare rischi e difficolta’ del nuovo corso dei consumi degli italiani nell’era dell’emergenza Covid e’ l’Istat, a partire dal crollo di circa il 40% delle vendite di abbigliamento e calzature rispetto a novembre 2019. Le organizzazioni del commercio e dei consumatori lanciano l’allarme per la chiusura definitiva dei piccoli negozi e il tracollo del sistema imprenditoriale, microimprese in primis, chiedendo “con urgenza” un piano di rilancio che sfrutti le risorse europee anche per spingere la digitalizzazione e garantire l’accesso al commercio elettronico alle realta’ piu’ piccole. Le cifre rivelano un novembre nero con il calo delle vendite al dettaglio rispetto a ottobre del 6,9% in valore e del 7,4% in volume. In crescita le vendite dei beni alimentari (+1,0% in valore e in volume) mentre le vendite dei beni non alimentari crollano sia in valore sia in volume (rispettivamente del 13,2% e del 13,5%). Su base tendenziale le vendite al dettaglio diminuiscono dell’8,1% in valore e dell’8,4% in volume, ancora una volta per il tonfo delle vendite dei beni non alimentari, (-15,1% in valore e in volume), mentre le vendite dei beni alimentari sono in aumento (+2,2% in valore e +0,7% in volume). Sotto pressione i piccoli negozi (-12,5%) ma anche la grande distribuzione (-8,3%). E la contrazione si fa piu’ marcata nel segmento dei beni non alimentari che ha investito sia la grande distribuzione (-25,7%) sia, in misura inferiore, i negozi tradizionali (-16,9%). Dai dati emerge che rispetto a novembre 2019 le flessioni piu’ marcate si evidenziano per calzature, articoli da viaggio (-45,8%) e abbigliamento e pellicceria (-37,7%). A fare eccezione l’informatica e telefonia (+28,7%). Confesercenti parla di “un altro prevedibile tonfo” e chiama in causa la decisione di non rinviare il Black Friday. “A novembre, la seconda ondata ha ‘chiuso’ del tutto oltre 190mila negozi nelle regioni rosse, a cui si sono aggiunte altre 68 mila attivita’ in Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna cui e’ stato imposto lo stop di domenica e almeno altri 50mila negozi nelle gallerie commerciali per cui il divieto di apertura, invece, e’ stato esteso a tutto il weekend”. Ora si guarda con “forte preoccupazione” ai dati sulle cessazioni di attivita’ nei primi mesi del 2021.
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