E’ stato annullato il licenziamento di una commessa di un supermercato di Chieti, mandata a casa dall’azienda per aver superato il limite massimo di giorni di malattia concessi, normalmente, ad una dipendente. La donna, affetta da una grave patologia autoimmune, era più esposta al rischio di contagio e per questo si era assentata dal suo posto di lavoro al supermercato durante il lockdown. L’ordinanza di annullamento è stata emessa dal giudice del lavoro del tribunale di Chieti, Ilaria Prozzo, che ha condannato la società che gestisce il supermercato in cui la donna lavorava a reintegrarla immediatamente. A difendere la lavoratrice è stato l’avvocato Massimiliano Matteucci, che ha chiesto l’annullamento del licenziamento sottolineando che sin dalla definizione dello stato di emergenza per coronavirus, a tutela dei lavoratori e delle categorie con grave disabilità o in condizioni di fragilità, per la sua assistita, licenziata, non trovasse applicazione la normativa ordinaria che avrebbe legittimato il licenziamento, ma la disciplina prevista nel Decreto legge 18/2020 a salvaguardia sia dell’interesse collettivo ad evitare il diffondersi del contagio da Covid 19 che dei soggetti maggiormente esposti a tale rischio, garantendone l’assenza dal lavoro.
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