Pesca in Adriatico, gli scampi diminuiscono del 54 per cento in 5 anni

 Il 96% degli stock ittici dell’Unione Europea in Mediterraneo sono sovrasfruttati; solo nell’Adriatico si registra un crollo del 21% delle catture della pesca italiana. Per alcune specie molto richieste dai consumatori la situazione è ben più drammatica, con cali del 45% per il nasello (tra il 2006 e il 2014) e addirittura del 54% per lo scampo in soli 5 anni (2009-2014). Dati ancora più preoccupanti se si pensa che solo l’Adriatico sostiene il 50% della pesca italiana, la più importante nel Mediterraneo, che proprio in questo bacino concentra il 47% della nostra flotta industriale, soprattutto quella a strascico. Sono i dati sulla pesca forniti dalla Commissione europea a dirci che per il Mediterraneo, e in particolare per l’Adriatico, senza un’inversione di tendenza non ci sarà scampo, sia in senso letterale che figurato. A raccogliere l’appello è l’Adriatic Recovery Project, un’alleanza di organizzazioni non-governative e istituzioni scientifiche, coordinata da MedReAct, in collaborazione con l’Università di Stanford, il Politecnico delle Marche, Legambiente e Marevivo per tutelare gli ecosistemi marini vulnerabili e gli habitat essenziali per le specie ittiche dell’Adriatico.

La pesca intensiva ha causato lo sfruttamento eccessivo di tutti gli stock ittici dell’Adriatico, oggi in forte declino, alterandone gli ecosistemi e producendo di conseguenza una profonda crisi nel comparto della pesca. I dati più allarmanti riguardano il merluzzo (o nasello) oggi pescato, secondo l’Unione europea, oltre cinque volte la soglia di sostenibilità, e tra le specie più richieste dai consumatori. Secondo un recente sondaggio condotto da Greenpeace, il merluzzo, dopo il tonno, è infatti il pesce preferito dagli italiani, acquistato dal 71% dei consumatori. La pesca a strascico insiste anche su aree particolarmente vulnerabili come la Fossa di Pomo, una depressione in centro Adriatico dove si trova la più importante zona di riproduzione (nursery) di scampi e nasello di tutto l’Adriatico.

L’Adriatic Recovery Project è promosso da un’ alleanza di organizzazioni della società civile e da enti di ricerca per tutelare gli ecosistemi marini vulnerabili e gli habitats essenziali per le specie ittiche dell’Adriatico. Il Progetto è finanziato da Oceans5, sostenuto dal Stanford’s Woods Institute for the Environment e coordinato da MedReAct – associazione non governativa impegnata nel recupero degli ecosistemi marini del Mediterraneo – in collaborazione con Legambiente, Marevivo, l’Università di Stanford e il Politecnico delle Marche. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Agricoltura, cinque milioni di danni della fauna selvatica in Abruzzo

La fauna selvatica incontrollata ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura italiana per circa duecento milioni …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *