Operano per la quasi totalita’ nei servizi di mercato (98,8%), rappresentano il segmento di gran lunga piu’ dinamico dell’occupazione e generano un reddito complessivo che tra il 2008 e il 2020 e’ cresciuto del 29,5% passando da 4,9 a 6,3 miliardi di euro: sono i 444mila liberi professionisti non iscritti a ordini professionali che in dodici anni sono quasi raddoppiati (+95,5% dal 2008 al 2020). Un risultato eccezionalmente positivo, confermato anche dal +3,6% del 2020 sul 2019, non compromesso dal Covid che ha invece inciso significativamente nella perdita di ordinistici (-2,3% tra il 2008 e il 2020). Il totale complessivo dei liberi professionisti e’ pari a 1milione e 352mila (+16,9% dal 2008 al 2020). E’ quanto emerge dall’indagine dell’Ufficio Studi di Confcommercio realizzata per Confcommercio Professioni.
“I professionisti sono il settore piu’ dinamico dell’occupazione perche’ hanno un ruolo centrale e crescente con il crescere del peso dei servizi. Devono quindi essere inclusi nelle misure di sostegno ed incentivazione per la competitivita’ e la crescita”. Lo ha affermato Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni, in occasione della presentazione dell’indagine dell’Ufficio Studi di Confcommercio realizzata per Confcommercio Professioni e presentata oggi a Roma nell’ambito del convegno “Professionisti protagonisti del cambiamento”. “I professionisti sono, inoltre, i principali interpreti della societa’ della conoscenza per il valore delle competenze che apportano e per le quali occorrono sempre piu’ chiari, univoci e trasparenti criteri di riconoscibilita’ in favore del mercato e a tutela del consumatore con un ruolo fondamentale delle associazioni di rappresentanza. D’altra parte ha spiegato Fioroni – dato che le nuove figure professionali sono al centro dei cambiamenti nel mercato del lavoro, occorrono interventi strutturali per garantire nuove tutele e favorire la scelta di autonomia. Tra queste l’equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e in particolare nei confronti della Pubblica Amministrazione. I professionisti devono essere destinatari delle agevolazioni per la transizione digitale e tecnologica ed in particolare per la formazione 4.0, oltre che essere inclusi in base alle competenze tra chi puo’ erogarla”.