La ripresa economica registrata nel 2022 non ha migliorato la condizione economica degli italiani: l’area di disagio sociale oggi comprende, complessivamente, quasi 14 milioni di persone, tra i 5,6 milioni di poveri e gli 8,2 milioni di lavoratori “a rischio” povertà. Considerando la popolazione complessiva di 59 milioni, vuol dire che un italiano su quattro, quasi il 25% della popolazione, è nella sempre più vasta area di disagio sociale. I poveri sono più che raddoppiati a partire dal 2005, quando erano poco più di 2 milioni, con i “nuovi” che provengono proprio dal bacino dei “working poor”, arrivato oltre 10 milioni nel 2018 e oggi pari a più di 8 milioni, che non è calato, ma ha visto “traslocare” in una situazione ben peggiore milioni di persone. È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale è comunque leggermente cresciuta, l’anno scorso, la fetta di persone a rischio povertà, pari a 8,2 milioni e in aumento di circa 10mila unità rispetto al 2021. Si tratta di una variazione dello 0,12% di lavoratori sottopagati (working poor) o precari e di soggetti disoccupati, con i primi arrivati a 6,5 milioni, in crescita di 12 mila unità, e i secondi attestati a 1,9 milioni, in diminuzione di circa 2mila unità.
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