“Bene il faro dell’Antitrust sulle politiche concorrenziali attuate dalla piattaforma Booking.com, ma il vero problema in Italia è l’escalation senza sosta delle tariffe praticate dalle strutture ricettive”. Lo afferma Assoutenti, commentando l’indagine avviata dall’Autorità per la concorrenza sulla nota società di prenotazioni alberghiere. “Nel 2023 i listini praticati al pubblico da hotel, b&b, affittacamere e strutture ricettive varie hanno subito un nuovo incremento, dopo i rialzi già registrati nel 2022 e giustificati con i maggiori costi energetici in capo agli albergatori. – spiega il presidente Gabriele Melluso – Analizzando i dati Istat, si scopre che le città d’arte sono quelle che hanno registrato i rincari maggiori: Firenze detiene il record del caro-alloggio, con le tariffe salite in media del +23,2% su base annua. Al secondo posto Milano col +21,3% seguita da Palermo (+20,8%), Venezia (+19,5%) e Roma (+18,8%). Incrementi che non trovano alcuna giustificazione, anche in considerazione del fatto che le bollette di luce e gas sono sensibilmente scese nel corso dell’ultimo anno. Solo in 3 province italiane i listini al pubblico sono diminuiti: Pescara, Trapani e Caltanissetta”.
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