Leggi Tutto »Anche il Movimento Animalista dell'Abruzzo ha partecipato alla manifestazione nazionale indetta sabato a Roma della presidente, on. Michela Vittoria Brambilla, per chiedere pene più severe a carico di chi maltratta e uccide gli animali e per richiamare l’attenzione della pubblica opinione sull’emergenza randagismo, soprattutto al Sud. Il responsabile regionale Francesco Properzi Curti, alla testa di un gruppo di militanti della Regione, ha sfilato lungo via dei Fori imperiali fino alla piazza della Madonna di Loreto, davanti alla colonna Traiana, dove circa duemila manifestanti hanno ascoltato gli interventi dell’ex ministro e degli altri oratori. “È stato motivo di grande orgoglio e grande emozione - spiega Properzi Curti - poter partecipare alla prima manifestazione nazionale del Movimento, che ha per tema la violenza contro gli animali. Dobbiamo essere molto chiari: chi compie questi atti brutali contro i nostri amici animali deve andare in galera!”.
Tante bandiere e striscioni del Movimento animalista e delle associazioni presenti, tanti slogan, tanta allegria nonostante la calura estiva. Davanti ad una piazza gremita e coloratissima, l’ex ministro è andata dritta al punto: “Gli aderenti al Movimento animalista, gli esponenti delle associazioni, i volontari che oggi sono scesi in piazza – ha sottolineato - non si accontentano di scandire slogan, ma pongono una questione precisa: vogliono che l’attenzione agli animali e ai loro diritti entri nell’agenda di governo e Parlamento e vi resti stabilmente, con una completa inversione di rotta rispetto alla sistematica politica di “distruzione” della protezione animale condotta dai governi Renzi e Renziloni. E quelli del Movimento Animalista non hanno più intenzione di delegare ad altri partiti la rappresentanza di questi temi, date l'incapacità e l'insensibilità dimostrate dalla politica. Per questo scendono in campo direttamente, per essere "le istituzioni", per avere "gente propria" dentro i palazzi, a Roma come nei più piccoli Comuni italiani. Le priorità programmatiche del Movimento animalista – ha proseguito - colmano oggettivamente un vuoto storico nel nostro panorama politico, che sotto gli ultimi governi è diventato imbarazzante”. Tra gli obiettivi, la riforma costituzionale, perché l’esigenza di una maggior tutela degli animali sia recepita al più alto livello, riconoscendo i nostri piccoli amici come esseri senzienti, l’inasprimento delle pene per chi li maltratta e li uccide, il divieto di sfruttarli a maggior ragione se questo avviene per divertimento o per alimentare l’industria del superfluo, la lotta al randagismo, il superamento dei divieti che limitano la libera circolazione con animali al seguito, l’introduzione di un sistema sanitario agevolato per pagare le cure veterinarie nelle famiglie meno abbienti.
“Non è certo la prima volta – ha affermato l’on. Brambilla - che risuona lo slogan “Giustizia per tutti”. Ma è la prima volta che in quel “tutti” sono compresi gli animali. Sì, perché rendere giustizia è difficile in generale, difficilissimo quando si tratta di renderla agli animali. Sarà la crisi, saranno i tempi particolarmente difficili che viviamo, saranno le tensioni in una società in vorticoso cambiamento – sottolinea - sta di fatto che la violenza sugli animali è ormai diventata un’epidemia, tanto più subdola e virulenta quanto più appare oggetto di una frequente e interessata minimizzazione. “C’è ben altro… con quello che succede nel mondo… “: lo conosciamo tutti a memoria questo ritornello. Invece nessuno sa precisamente quanti animali sono abbandonati alla fame e alla sete, uccisi con polpette ai chiodi, impiccati, ammazzati a bastonate, bruciati, trucidati, massacrati. Storie di ordinaria follia. Così ordinaria che quasi ogni giorno abbiamo notizie del genere, ad ulteriore dimostrazione che i casi più eclatanti sono solo più eclatanti, non eccezionali”.
“Perfino questo Parlamento, dominato da un partito anti-animalista, ha dovuto darsi una mossa”, ha proseguito l’ex ministro. “E’ di pochi giorni fa la notizia che la Commissione Giustizia della Camera ha avviato in sede referente, con abbinamenti, l’esame di 7 proposte di legge sulla tutela penale e civile degli animali a mia prima firma, alcune presentate già all’inizio della legislatura. Compresa la proposta che rivede in alcuni punti il codice penale e innalza le sanzioni per maltrattamento e uccisione di animali, quella che introduce l’aggravante per il furto di animali d’affezione, quella che tutela gli animali sequestrati. A queste sette proposte se n’è aggiunta, proprio l’altro ieri, un’ottava, che ho presentato per punire più duramente chi, dopo averli compiuti, divulga su internet atti di crudeltà contro gli animali e per consentire la rimozione di questi contenuti. Siamo quasi alla fine della legislatura, ma abbiamo ancora tempo, se c’è buona volontà da parte di tutti, per compiere un lavoro molto utile in un settore praticamente dimenticato. Poi ci penseremo noi del Movimento animalista, nella prossima legislatura”.
Poiché abbandono e possesso irresponsabile sono varianti del maltrattamento – ha concluso l’on. Brambilla - oggi parliamo anche di randagismo. Noi del Movimento animalista siamo e saremo sempre in prima linea per richiamare le autorità al puntuale adempimento dei doveri loro imposti dalla legge: sappiamo bene che Comuni e Asl troppo spesso fanno finta di niente e che solo il meritorio lavoro delle associazioni impedisce che l’emergenza degeneri ulteriormente. La Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, di cui sono fondatrice e presidente, ha deciso di puntare sulla sterilizzazione, istituendo la Task force “Stop al randagismo”, un’iniziativa senza precedenti per cui stanziamo una somma molto importante e interveniamo direttamente sterilizzando i randagi delle regioni del sud, dove il problema è più acuto e dove l’inadempienza delle istituzioni si fa maggiormente sentire”.
Coldiretti, Sos siccita’ nelle campagne
E' allarme siccita' nelle campagne dopo il cardo record di giugno, con il 53% di piogge in meno: lo rileva la Coldiretti, insieme al pericolo degli incendi. Riferendosi a dati dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr), la Coldiretti rileva che nel giugno 2017 la temperatura in Italia e' stata "superiore di ben 3,22 gradi rispetto alla media di riferimento. Una anomalia che e' la peggiore da 217 anni, se si fa eccezione del 2003, anno storico per il caldo e la siccita'". Nelle campagne, prosegue la Coldiretti, si aggrava "il conto dei danni provocati dagli incendi e dalla siccita', con gli agricoltori lungo la Penisola che con il grande caldo devono ricorrere dove possibile all'irrigazione". Il conto dei danni, precisa la Coldiretti, ha superato il miliardo di euro nelle campagne italiane interessate per oltre i due terzi da una situazione di grave crisi idrica. In Piemonte, a Cuneo, la siccita' ha comportato perdite del 25%-30% nelle coltivazioni di grano e orzo e del 40% sulle colture foraggere; in Lombardia il mais e' in sofferenza e in Emilia sono state colpite tutte le colture, dal pomodoro ai cereali. In Veneto soffrono barbabietole e mais e la vendemmia si prevede anticipata di almeno una settimana. Problemi anche in Sardegna, dove la siccita' sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40% e gli agricoltori della Coldiretti sono scesi in strada con i trattori mentre in Liguria si teme per gli ulivi. In Toscana la produzione di cereali e crollata del 40%, con punte del 70% nel caso del mais e quelle di foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta sono diminuite fino al 50%. Girasoli e granoturco stanno seccando in Umbria e Marche, mentre nel Lazio e' in difficolta' la produzione di frumento. Problemi anche nel Sud, resi ancora piu' gravi dagli incendi. In Sicilia il bilancio piu' pesante, con danni per milioni di euro tra animali morti, ettari di terreno per il foraggi bruciati e strutture devastate. Crollo dei raccolti in Puglia, Calabria e Basilicata, fino a Campania, Abruzzo e Molise.
Leggi Tutto »Salvati 4 gattini a Montesilvano
«Grazie ad una cittadina attenta e sensibile abbiamo potuto salvare la vita di 4 gattini abbandonati». E’ quanto dichiara l’assessore al Benessere Animale Deborah Comardi che spiega: «Nei giorni scorsi 4 piccoli gatti sono stati abbandonati lungo Strada Comunale Fonticella. Una cittadina di Montesilvano, da cui tutti dovremmo prendere esempio e che vogliamo ringraziare, li ha notati e non ha esitato subito a dargli una primissima assistenza. La signora, proprietaria di altri gatti, non potendo tenerli con sé, ci ha poi contattato. Ora i 4 micetti sono in salvo nel Dog Village, ma sono in cerca di una casa e di qualcuno che se ne voglia prendere cura». Quanti fossero interessati possono contattare il Dog Village al numero: 3683150760.
Leggi Tutto »Coldiretti, dall’Abruzzo a Roma per dire #STOPCETA
Anche l’agricoltura abruzzese dice #STOPCETA. E lo fa in Piazza Montecitorio in un tripudio di bandiere, cappellini e cartelloni. “Non vogliamo il grano canadese al glifosato”, “No alla carne agli ormoni dal Canada”, “No alla svendita del made in Italy” sono solo alcuni degli slogan usati dai tantissimi agricoltori abruzzesi che questa mattina hanno lasciato le campagne per invadere la Capitale, in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, dove è in corso la discussione per la ratifica del Trattato di libero scambio con il Canada.
Un Trattato che spalanca le porte all’invasione dal paese nordamericano di grano, la principale coltivazione dell’Italia particolarmente diffusa nelle aree piu’ deboli del Paese ma che prevede anche il via libera all’importazione a dazio zero per circa 75.000 tonnellate di carni suine e 50.000 tonnellate di carne di manzo dal Canada dove vengono utilizzati ormoni per l’accrescimento vietati in Italia. Da qui l’iniziativa di Coldiretti denominata #stopCETA e condivisa con un'inedita ed importante alleanza con altre organizzazioni Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch che chiedono di fermare un trattato sbagliato e pericoloso per l’Italia.
E all’appuntamento non poteva mancare l’Abruzzo, da dove gli agricoltori di Coldiretti sono partiti all’alba per arrivanre puntuali con bandiere e striscioni. Con loro anche una folta delegazione di sindaci e assessori con tanto di fascia tricolore e gonfalone dei Comuni, moltissimi dei quali hanno già approvato su richiesta di Coldiretti una specifica delibera per sollecitare Parlamento e Governo ad impedire l’entrata nel nostro Paese del trattato.
“Il CETA genera preoccupazione e allarme, per diversi motivi – sottolinea il Direttore di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici – basta pensare che, con la prospettiva dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada sono aumentati del 15% gli sbarchi di grano duro del Paese nordamericano in Italia nei primi due mesi del 2017, con manovre speculative che stanno mettendo a dura prova una delle produzioni più importanti del nostro Paese”.
In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole italiane che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
“Oggi, con le quotazioni del grano a 24 centesimi al chilo - denuncia la Coldiretti – gli agricoltori italiani ne devono vendere più di 4 chili per poter acquistare un caffè. Una realtà che rischia di essere aggravata dall'approvazione del CETA, che prevede l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa la metà del grano importato dall’Italia arriva, infatti, proprio dal paese nordamericano dove – continua la Coldiretti - le lobby in vista dell’accordo CETA sono già al lavoro contro l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per la pasta previsto per decreto e trasmesso all’Unione Europea, trovando purtroppo terreno fertile anche in Italia. Una necessità per nascondere ai consumatori il fatto che già lo scorso anno sono arrivate in Italia oltre un milione di tonnellate dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato che è però vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. In assenza dell’etichetta di origine non è possibile - sottolinea la Coldiretti - conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma si impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali e, con esse, il lavoro e l’economia nazionali.
Ma le preoccupazioni riguardano tutti i settori, anzi l’intero made in Italy. Secondo Coldiretti, che questa mattina ha presentato uno specifico Dossier sull’impatto del trattato sull’agroalimentare italiano, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Perciò l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo. “E’ necessaria una valutazione ponderata e approfondita dell’argomento, soprattutto in considerazione della mancanza di reciprocità tra modelli produttivi diversi che grava sul trattato”, ha sottolineato il presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo nel corso della iniziativa in cui è stato evidenziato che in Canada viene utilizzato un numero rilevante di sostanze attive vietate nel Ue tra cui l’Acefato, il Carbaryl, il Carbendazim, il Fenbutatin oxide, il Paraquat l’Acido solforico per i quali, oltre all’elevata tossicità riscontrata, sono comprovati, o comunque non sono esclusi, effetti neurotossici, cancerogeni, sulla mutagenesi, sulla riproduzione e, più in generale, sugli ecosistemi.
“In Canada, inoltre, è consentito l’uso della streptomicina impiegata per la lotta alle batteriosi delle colture, mentre in Italia l’utilizzo di antibiotici in agricoltura è proibito sin dal 1971 – sottolinea Coldiretti - Analogamente nel paese nordamericano – ricorda la Coldiretti - vi è un diffuso impiego di Ogm nei campi e di ormoni negli allevamenti che sono anch’essi vietati in Italia”.
Ma cosa chiede quindi Coldiretti? “Che nei trattati – dice Giulio Federici, direttore Coldiretti Abruzzo “venga riservata all’agroalimentare una specificità che, oltre a proteggere l’ambiente, tuteli la distintività della produzione nonché la salute e la libertà di scelta dei consumatori. Oggi purtroppo non è a rischio solo l’economia della nostra regione, ma sono a rischio tutte le varietà di grano antico che i cerealicoltori abruzzesi si stavano impegnando a salvare dall’estinzione e tutte le produzioni casearie e zootecniche regionali fortemente legate al territorio grazie alla biodiversità dei nostri pascoli”.
Leggi Tutto »
CETA: migliaia di agricoltori in Piazza Montecitorio
Domani 5 luglio a Roma anche l’Abruzzo a Roma per smascherare il primo trattato europeo che promuove il falso Made in Italy a tavola
Per fermare il trattato di libero scambio con il Canada (CETA) che per la prima volta nella storia dell’Unione accorda a livello internazionale esplicitamente il via libera alle imitazioni dei prodotti italiani piu’ tipici che saranno smascherati nell’occasione ma che spalanca anche le porte all’invasione di grano duro e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero, migliaia di agricoltori da tutte le regioni lasciano le campagne per invadere la Capitale in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento dove è in corso la discussione per la ratifica del Trattato #stopCETA.
E anche l’Abruzzo farà la sua parte con la partecipazione di una delegazione di imprenditori agricoli provenienti da tutte le quattro province per gridare #stopCETA e le già numerose delibere comunali approvate per sollecitare Parlamento e Governo ad impedire l’entrata nel nostro Paese del trattato CETA.
L’iniziativa è della Coldiretti insieme ad un'inedita e importante alleanza con altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch) che si sono date appuntamento DOMANI mercoledi 5 luglio alle ore 9,30 in Piazza Montecitorio a Roma dove sono attesi rappresentanti delle istituzioni, della politica e della società civile.
Sarà divulgato il Dossier Coldiretti sull’impatto del trattato sull’agroalimentare italiano ed esposto per la prima volta il “pacco” con le imitazioni delle specialità nazionali piu’ prestigiose, dai formaggi ai salumi, realizzate in Canada che sarà legittimato a produrre e vendere ai consumatori di tutto il mondo con la ratifica de trattato. Non mancheranno azioni provocatorie a difesa del Made in Italy gravemente minacciato. Sarà presente il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Leggi Tutto »Coldiretti inaugura la sede a Pianella
Gnocchetti di solina con crema di zucchine della campagne pescaresi, panzanella di pomodoro a pera condito con olio extravergine Dop come nella più antica tradizione contadina, panino di porchetta di produttori locali, caprese di farro appena mietuto e macedonia di melone accompagnato da Montepulciano d’Abruzzo. E’ stata una grande festa della filiera corta, firmata rigorosamente dai produttori di Campagna amica, a suggellare ieri pomeriggio l’inaugurazione del nuovo ufficio di Coldiretti dell’Area Val Pescara, situato in via Aldo Moro 90 a Pianella. Un taglio del nastro avvenuto tra centinaia di soci, alla presenza di Padre Giuseppe che ha benedetto i nuovi locali tra decine di bandiere e cappellini gialli. Insomma, l’inizio ufficiale di un nuovo percorso con l’obiettivo di “fornire servizi sempre più al passo con i tempi agli imprenditori agricoli pescaresi attraverso consulenza specializzata nel settore tecnico e fiscale, contabilità Iva e Paghe e assistenza previdenziale”.
Presenti all’inaugurazione, arricchita da un buffet interamente caratterizzato dalle produzioni tipiche locali, il presidente di Coldiretti Pescara Chiara Ciavolich, il direttore Giulio Federici, il segretario di zona Mauro Del Ponte, il consiglio direttivo e tantissimi soci, oltre al delegato di Coldiretti Giovani Impresa Giuseppe Scorrano, al presidente di Terranostra Gabriele Maiezza e alle responsabili di Coldiretti Donne Impresa Manuela Vellante e Daniela Lucia. Presenti anche il vicesindaco di Pianella Antonio Faieta e l’assessore Romeo Ramini. A fare gli onori di casa è stato il presidente di Coldiretti Pianella Sandro Di Giacomo, che ha ricordato l’importanza dell’ubicazione del nuovo ufficio, situato in posizione centrale nella provincia pescarese, costituita da un totale di 54.500 ettari di Superficie agricola utilizzata (Sau) occupata principalmente da olivo (11.870 ettari) e cereali (11.970) seguiti da vite (3.180 ettari) con eccellenti produzioni da cui scaturisce un valore aggiunto pari a 116 milioni di euro.
“Una sede di riferimento per tutta la provincia pescarese che, senza far venire meno le sedi storiche territoriali e quella situata nel Comune di Pescara, ha l’obiettivo di rispondere sempre meglio ed in modo più specifico alle esigenze delle aziende agricole” ha commentato il direttore Federici “in tal senso, inizia oggi un percorso di sempre maggiore professionalità al passo con i tempi”. La presidente Ciavolich, al taglio del nastro, ha invece evidenziato l’importanza di una sede “sempre più specializzata e strutturata in cui i soci di Coldiretti possano trovare soluzioni per esigenze di natura tecnica, fiscale o previdenziale ed essere sensibilizzati sempre di più sull’azione sindacale di Coldiretti”.
L’ufficio Coldiretti dell’area Val Pescara (Tel. 085.973465) sarà aperto al pubblico tutti i giorni dalle 8.30 alle 13.00, con apertura pomeridiana dalle 15.00 alle 17.30 il martedì e il giovedì.
Leggi Tutto »
Coldiretti, nelle aree terremotate -15% grano e -20% latte
Nelle aree colpite dal terremoto e' crollato del 15% il raccolto di grano - per effetto congiunto del maltempo e della riduzione dei terreni seminati dopo le scosse - mentre la produzione di latte e' calata del 20% anche per stress, decessi e chiusura delle stalle. Inoltre, a quasi dieci mesi dalla prima scossa sono ancora sfollati quasi la meta' degli animali sopravvissuti che non possono ancora essere ospitati nelle stalle provvisorie che sono state realizzate e rese operative al 55% del fabbisogno. E' quanto stima la Coldiretti all'incontro denominato #granodellariscossa con centinaia di agricoltori di tutte le zone terremotate presso la Fattoria Fucili a San Severino Marche, per mietere le "prime spighe della rinascita". Il sisma che ha colpito Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche "non ha pero' scoraggiato - prosegue Coldiretti - agricoltori e allevatori i quali, al prezzo di mille difficolta' e sacrifici, sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicita'. E' il caso della pregiata lenticchia di Castelluccio, salvata grazie a un impegno straordinario per garantire le semine nonostante le difficolta' alla rete viaria. E sulle tavole rimane anche il ciauscolo, il salame spalmabile marchigiano, seppur con un calo di produzione del 15%, a causa del crollo dei laboratori di trasformazione. Lo stesso discorso vale per il pecorino dei Sibillini. Salve anche altre specialita', come la patata rossa di Colfiorito, il tartufo, lo zafferano, il prosciutto di Norcia Igp, la cicerchia". Secondo i dati Coldiretti, sono 292mila ettari i terreni agricoli coltivati nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, con imprese per il 96,5% a gestione familiare. "Occorre accelerare nel completamento delle strutture provvisorie necessarie alla sopravvivenza delle aziende e alla ripresa del lavoro e dell'economia del territorio", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare "che nell'immediato occorre un impegno a livello di promozione per riportare i turisti italiani e stranieri in queste aree".
Leggi Tutto »Abruzzo, Molise e Puglia insieme per la valorizzazione dei tratturi
I presidenti del Consiglio di Abruzzo, Molise e Puglia nella residenza d'epoca "La Piana dei Mulini" a Colle d'Anchise (Campobasso) hanno firmato il protocollo d'intesa per la valorizzazione dei tratturi. "Questa firma rappresenta un passaggio storico tra le tre Regioni limitrofe, grazie alla volontà manifestata congiuntamente dai colleghi Presidenti Vincenzo Cotugno per il Molise e Mario Cosimo Loizzo per la Puglia - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio - con l'obiettivo prioritario di realizzare, nell'immediato futuro, progetti e iniziative che accelerino lo sviluppo socio-economico e turistico delle aree interessate". Le antiche strade della transumanza che i pastori dell'Abruzzo percorrevano a piedi ogni anno per condurre i propri greggi a svernare al Tavoliere delle Puglie recuperano il loro valore: "Sono strade senza tempo a fondo naturale - ha precisato Di Pangrazio - che custodiscono gelosamente la storia millenaria e il patrimonio culturale di antiche popolazioni". Dall'analisi retrospettiva dei caratteri culturali alla necessità di sviluppare attraverso l'intesa raggiunta dai tre Presidenti di Consiglio regionale la necessità di "trasformare queste vie di collegamento delle terre rurali con un piano preciso di sviluppo, innovazione e progresso". Interessati a questa prima fase di sviluppo del processo avviato sono i tratturi che hanno collegato Pescasseroli-Candela, Celano-Foggia, Castel di Sangro-Lucera- e Centocelle-Cortile-Matese. "Una realtà per molti sconosciuta - ha concluso Di Pangrazio - che invece rappresenterà una sfida Abruzzo, Molise e Puglia, verso nuovi ambiziosi traguardi economici e di sviluppo anche in chiave europea perché le idee ed i progetti siano sempre più condivisi e partecipati".
Leggi Tutto »Un quinto del territorio nazionale italiano viene ritenuto a rischio desertificazione
La siccita' che sta attanagliando numerosi bacini idrici italiani, secondo il WWF rende necessaria e urgente una reazione operativa perche' ormai i grandi cambiamenti globali scatenati dalla nostra continua pressione, non solo sono accelerati, ma sono sempre piu' interconnessi. E' ormai evidente l'intreccio degli effetti del cambiamento climatico con quelli del fenomeno della desertificazione, rispetto ai quali e' urgente un'azione coordinata. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici predisposto da numerosi autorevoli specialisti coordinati dal ministero dell'Ambiente e in via di approvazione definitiva non potra' non andare in questa direzione. Oggi circa un quinto del territorio nazionale italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell'Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l'Emilia-Romagna, le Marche, l'Umbria e l'Abruzzo. Secondo gli scenari del cambiamento climatico realizzati dagli specialisti per il nostro paese (in particolare il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici CMCC), entro fine secolo le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni, soprattutto nei periodi estivi ed e' evidente che le problematiche climatiche e quelle relative alla desertificazione saranno sempre di piu' intrecciate.
Si sta gia' verificando un incremento della temperatura senza precedenti con un calo delle precipitazioni annuali, con estati piu' secche, ed inverni piu' umidi, in particolare, nelle regioni settentrionali. Su un territorio complesso e fragile come quello italiano, questi fenomeni portano ad una sostanziale variazione della frequenza e delle entita' di frane, alluvioni e magre dei fiumi, con effetti importanti per l'assetto territoriale e i regimi idrici. Secondo i dati disponibili piu' recenti in Italia, abbiamo una quantita' di risorse idriche rinnovabili corrispondente a circa 116 miliardi di metri cubi mentre i volumi di acqua effettivamente utilizzabili sono stimati attorno ai 52 miliardi di metri cubi. Complessivamente utilizziamo oltre il 30% delle risorse rinnovabili d'acqua disponibili nel nostro paese che sono ben superiori alla soglia del 20% indicata dall'obiettivo europeo (Europa efficiente nell'impiego delle risorse): per questo, l'Italia e' indicato dall'OCSE come paese soggetto a stress idrico medio-alto che, inoltre, presenta una forte disomogeneita' rispetto alla distribuzione delle risorse idriche e al loro fabbisogno. Dai dati Istat sulle diverse tipologie di utilizzo della risorsa idrica, risulta che il prelievo dell'acqua potabile e' in aumento (del 6,6% rispetto all'inizio della serie storica di 13 anni) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (il consumo medio giornaliero per abitante giunge a 228 litri). Il cambiamento climatico - osserva i WWF - interagisce con il ciclo idrico tramite diversi elementi che costituiscono dei forzanti provocati dall'incremento delle temperature come, ad esempio, l'umidita' atmosferica, l'evapotraspirazione, la quantita', la distribuzione e la forma delle precipitazioni e la fusione dei ghiacciai.
Oggi l'estensione dei ghiacciai in Italia, come risulta dai dati del Comitato Glaciologico Nazionale, copre una superficie di 368 kmq e, rispetto alle rilevazioni condotte nel periodo 1959-1962 tale superficie risulta ridotta del 30% (159 kmq). I cambiamenti climatici agiscono in maniera significativa come aggravanti delle vulnerabilita' dei settori che esigono l'utilizzo dell'acqua, dalla disponibilita' di acqua potabile, all'agricoltura e al settore energetico. Gli impatti del cambiamento climatico sono sempre piu' forti sia sugli ecosistemi ed i processi ecologici, sia sui singoli organismi, sulla struttura e dinamica delle popolazioni, sulla distribuzione e migrazione delle specie, sulla produttivita' degli ecosistemi, costituendo una crescente minaccia per la biodiversita' del nostro paese. L'Italia - conclude il WWF - sta quindi subendo impatti crescenti dovuti all'accelerazione dei cambiamenti climatici globali che avranno conseguenze sempre piu' negative sugli ecosistemi, sulla nostra societa' ed economia, rispetto ai quali non solo e' necessario ma urgente intervenire.
Leggi Tutto »Previdenza agricola, conclusa la formazione Epaca
Programmare il futuro, conclusa la formazione addetti Epaca
Cinquanta ore di lezione, le novità su previdenza, assistenza infortuni e malattie professionali
Cinquanta ore di formazione e aggiornamento su previdenza, malattie professionali, infortuni e pubblico impiego per “crescere” in linea con le esigenze della società che cambia. Si è concluso ieri pomeriggio a San Giovanni Teatino il ciclo di sette incontri intitolato “Programmiamo il futuro”, promosso dall’Epaca con l’obiettivo di aggiornare il proprio staff di collaboratori, riflettere sull’origine e l’evoluzione del patronato di Coldiretti, ma soprattutto proporre nuovi percorsi per affrontare le sfide che attendono il mercato sociale nei prossimi anni. Nel corso degli incontri – che si sono svolti nella sede di Coldiretti Abruzzo coinvolgendo operatori di Abruzzo e Molise e tra i relatori funzionari della Direzione Generale Epaca, tecnici esterni e responsabili provinciali Epaca - sono stati presentati obiettivi di lavoro e programmi strategici con particolare riferimento ai temi della previdenza, malattie professionali, infortuni sul lavoro e pubblico impiego. Un modo semplice per fare il punto della situazione, guardare al futuro e dare voce al territorio ribadendo la riflessione su uno dei principali temi di confronto tra Coldiretti quale forza sociale e le Istituzioni: il rinnovato impegno di Coldiretti di porre al centro la persona e i suoi bisogni nonché di creare un nuovo modello di sviluppo.
Leggi Tutto »