“Esprimo soddisfazione per la vicina data del 5 marzo p.v. in cui si deciderà il ricorso di Edison davanti al Consiglio di Stato sulla bonifica dei terreni di Bussi Officine. Avendo preso parte all’iter che ha poi portato all’emanazione dell’ordinanza di bonifica sono certo che questo ulteriore passaggio possa accelerare le operazioni da compiere sui siti contaminati. Ricordo che sotto la mia Presidenza alla Provincia di Pescara sono state adottate le due ordinanze di bonifica su Bussi e Piano d’Orta di Bolognano. Il mio intervento è stato determinate e tempestivo, lo afferma Antonio Di Marco, ex Presidente della Provincia di Pescara.
“Come Presidente della Provincia di Pescara ho dato una risposta di tutela ambientale ai cittadini della Val Pescara e di Piano d’Orta e Bussi in particolare. I problemi di Bussi si trascinano da anni. Il Ministero dell’Ambiente aveva adottato un’ordinanza di bonifica che, però, è stata annullata. Per lungo tempo tutto è rimasto fermo. L’esito del processo penale non ha però soddisfatto le attese delle comunità locali. Oggi, finalmente, si parla delle procedure tecniche-operative da mettere in pratica. Auspico che l’ordinanza della Provincia venga integralmente confermata. Nutro forti dubbi sulla recente ordinanza del Sindaco di Bolognano di abbattimento degli edifici produttivi della ex Montecatini. Come Presidente della Provincia di Pescara ho sempre ritenuto che l’archeologia industriale – una volta decontaminata da possibili scorie inquinanti – costituisca un patrimonio culturale, turistico e sociale per le generazioni future. Solo a Bolognano si assiste, purtroppo, ad un’ordinanza di abbattimento di questi edifici storici, quando le più importanti associazioni di salvaguardia del patrimonio archeologico hanno ripetutamente invitato gli amministratori a salvaguardarli. Prenderò personalmente contatto con il Presidente di Italia Nostra affinché si opponga a questa idea a dir poco sconsiderata. La sicurezza al primo posto ma i cittadini di Piano d’Orta meritano qualcosa di più che ruspe e demolizioni; possono auspicare un progetto che ricompensi gli anni di convivenza con un polo produttivo risultato contaminato. L’ordinanza di demolizione, invece, oltre ad essere l’ennesimo ostacolo alla bonifica, è qualcosa che contrasta con gli obiettivi di valorizzazione dei siti industriali dismessi, con le misure anche di incentivazione finanziaria per destinarli a degli usi che garantiscono ricadute positive sul territorio e sul tessuto produttivo-economico oggi in crisi. Per accelerare le operazioni di bonifica sono ben altri gli strumenti da adottare e non certo un’ordinanza, neppure inviata alla Edison! Ritengo sia compito esclusivo del responsabile dell’inquinamento – che ha costruito gli edifici – intervenire, semmai, per la loro messa in sicurezza. Solo così si potrebbe agevolare il compito dei vari enti e conservare la memoria storica dei luoghi”.