
“Tutto cominciò nel mese di febbraio del 2016 – ricorda il senatore D’Alfonso – quando rompemmo l’inerzia e decidemmo di agire per risolvere tre grandi problemi: Manoppello ma anche Loreto Aprutino e Giulianova non avevano un sito idoneo per ospitare come si doveva l’attività svolta dai Carabinieri. Si determinò, così, una intensa collaborazione tra la mia Giunta e i tre Comuni per costruire nuove caserme adeguate alle esigenze e al prestigio dell’Arma dei Carabinieri che, con la sua attività sul territorio, garantisce la sicurezza e rende percepibile a tutti lo Stato”. In effetti, oltre ad essere la “casa del carabiniere”, la caserma è l’edificio che più di tutti rende visibile ai cittadini la presenza dello Stato in ogni angolo del territorio nazionale. Non a caso la stessa rivista del Carabiniere accosta la caserma ad una usanza che ti aspetti ovunque: “Paese vai, caserma che trovi” è il titolo della rubrica che le passa in rassegna. Una caserma piccola e inadeguata fa percepire anche lo Stato come debole e malmesso – osserva il senatore D’Alfonso – Per questo motivo come Presidente di Regione m’impegnai a destinare risorse ingenti per assicurare capienza architettonica e anche, per così dire, potenza semiotica alle Case dei Carabinieri: se sono grandi e adeguate è segno che lo Stato è forte e vicino ai cittadini”.
Le altre due caserme i cui lavori sono in corso sono quelle di Loreto Aprutino finanziata dalla giunta D’Alfonso con 750mila euro e quella di Giulianova finanziata con un milione e mezzo di euro