Anche nella città capoluogo d’Abruzzo, così come in tantissime città italiane, sabato 10 novembre, si leva il no al contestatissimo decreto Pillon. Alle ore 15:30, nella piazza della fontana luminosa, un presidio simbolico per dire no al decreto; presidio organizzato dalle Democratiche della provincia dell’Aquila, sempre attive sul tema dei diritti civili.
“Un decreto che riporta indietro di decenni sul tema dei diritti. I bambini e le donne devono vedere implementate le leggi a tutela e non assistere impotenti alla sottrazione di diritti civili; uno scippo intriso di barbarie a mezzo di un decreto di matrice preistorica. Impossibile accettare un decreto che fa retrocedere il Paese nel buio di anni lontanissimi. Diritti dei minori, delle donne e della mediazione familiare messi in discussione da un decreto patriarcale, intriso di violenza; un decreto nel quale si ritiene che i minori possano essere spostati ogni dodici giorni tra padre e madre; i figli considerati alla stregua di pacchi postali. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle cui esigenze non si tiene minimamente conto. Le necessità di equilibrio e stabilità dei minori vengono di fatto rinnegate da un decreto non solo sbagliato, ma pericoloso. Inaccettabile. “ così interviene l’onorevole Dem Stefania Pezzopane che parteciperà al presidio.
La pdl proposta dal senatore leghista non incontra, in effetti, il favore di molti; troppo arretrati i contenuti di un decreto che appare medievale.
A dire no al decreto, anche Gilda Panella, coordinatrice provinciale delle democratiche: “Un decreto che vuole ritornare ad un conflitto tra donne e uomini. Un decreto che attacca le libertà conquistate con fatica dalle donne e che considera le violenze domestiche, la “ normalità “ da accettare e non un fenomeno orribile da estirpare. – dichiara – Questo decreto è uno schiaffo alla dignità di minori e donne. Un insulto alla civiltà e al buon senso. “ E conclude: “ il presidio è aperto a tutte le persone che credono nella civiltà della Democrazia, nella cultura del rispetto per una convivenza civile, nei diritti delle donne e hanno a cuore la tutela e la serenità dei minori, le cui esigenze vengono calpestate da un decreto indegno.