Spopolamento, in Abruzzo al via il progetto: La montagna che (r)esiste per costruire un futuro nelle aree interne

Formare giovani e attivare e implementare una rete delle aree interne abruzzesi coinvolgendo decine di comuni montani, aziende agricole, produttori locali, presidi culturali, cooperative di comunità e associazioni.

È l’obiettivo del progetto “La montagna che (r)esiste”, una serie di azioni finanziate dalla Regione Abruzzo e proposte dall’Associazione Spazio Pieno, di cui è presidente Erminia Scioli, in collaborazione con il gruppo di ricerca in scienze sociali applicate Montagne in Movimento, di cui fanno parte, tra gli altri, Raffaele Spadano, Roberta Latini e Giulia Ferrante, che prende il via giovedì prossimo, 3 marzo alle ore 16,00, a Gagliano Aterno (L’Aquila).

Il progetto si inserisce in un format nazionale il cui filo conduttore è, appunto, mettere in rete le montagne d’Italia, attraverso meccanismi di ricerca e azioni nelle comunità locali: la metodologia applicata guarda costantemente alla specificità dei territori, con l’obiettivo di attivare in questi ultimi un cambiamento duraturo e di disegnare scenari futuri.

Le azioni messe in campo hanno come primo obiettivo quello di promuovere processi partecipativi che mettano in dialogo esperienze, formazioni e abilità diverse, e sono uno strumento per studiare, coinvolgere e accompagnare amministrazioni e comunità locali in processi di cambiamento, ma anche di valorizzazione, dei numerosi processi avviati dal basso che rendono i territori montani modelli di sviluppo alternativi, sostenibili e di cittadinanza attiva. Centrali e degni di nota saranno anche indagini e azioni riguardanti la relazione tra pandemia, crisi ecologiche e aree interne.

Le fasi del progetto sono quattro e saranno documentate da professionisti della comunicazione che realizzeranno un docufilm/reportage. Tre le associazioni partner che contribuiranno allo svolgimento delle attività ci sono il Centro documentazione conflitti ambientali (Cdca), l’associazione Amici di Palmoli e l’Archeo club di Guardiagrele.

La prima fase del progetto prevede due mesi di workshop – da marzo a metà maggio – sulle tematiche che interessano la montagna contemporanea, con un focus sul territorio abruzzese. Le lezioni saranno fruibili sia in presenza sia online e si svolgeranno a Gagliano Aterno, coinvolgendo circa venti giovani. Successivamente ai workshop, nella fase due, tra giugno e luglio sono previste vere e proprie uscite sul campo, una sorta di Erasmus delle aree interne abruzzesi: una carovana di giovani visiterà e incontrerà altri paesi montani in cui si registrano spopolamento e disuguaglianze civili, ma anche processi di rigenerazione, innovazione e resilienza. In questa fase saranno coinvolti sindaci, associazioni, aziende locali, cooperative di comunità e gli interlocutori sensibili alle tematiche generazionali e demografiche relative alle aree interne abruzzesi.

L’obiettivo generale è quello di costruire una risposta alla domanda: quale futuro per i giovani delle aree interne? Al termine di questi mesi di lavoro, l’intento è creare occasioni di scambio tra i giovani delle aree interne abruzzesi, ma anche tra giovani e altre fasce d’età e offrire loro la possibilità di conoscere i territori, gli ostacoli e i casi di successo per poterli replicare e ampliare, sviluppando iniziativa e intraprendenza in termini di impresa locale.

L’auspicio è di saper riconoscere e coltivare le opportunità culturali e socio-economiche che risiedono ad oggi nelle aree interne abruzzesi, tenendo in considerazione i processi di innovazione tecnica e culturale che la transizione ecologica richiede nel futuro prossimo, ma al tempo stesso cercando di non dimenticare le cause che hanno prodotto le trasformazioni dei territori in termini di abbandono.

La terza fase vedrà la carovana di giovani approdare a Roccacaramanico, frazione di Sant’Eufemia a Maiella. Insieme alla residenza d’artista “Un Pae” si darà vita a laboratori di ceramica ed arti visuali.

Per finire, il 21 e 22 agosto prossimi, Castel di Sangro ospiterà a chiusura del progetto il festival “Eroi di montagna”, due giorni di mercato con produttori locali, convegni, incontri, musica, laboratori per grandi e piccini sui temi dell’ecologia e della cultura abruzzese, ma anche dibattito e restituzione del lavoro che i giovani avranno svolto tra la primavera e l’estate.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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