“Nonostante l’avvio della campagna vaccinale antinfluenzale sia scattato il primo ottobre, dunque in anticipo di un mese rispetto allo scorso anno, risulta difficilissimo in Abruzzo reperire le dosi. Lo sanno bene i cittadini che si sono rivolti al proprio medico o all’ambulatorio vaccinale della propria azienda sanitaria e lo sanno bene anche le farmacie territoriali che, diversamente dagli anni precedenti, non possono dispensare quanto necessario a chi decide di vaccinarsi”, lo afferma Micaela De Cicco, Coordinatrice Meritocrazia Italia Abruzzo.
“Restano scoperte molte fasce di popolazione a cui la somministrazione è fortemente raccomandata. Il Documento di “Prevenzione e controllo dell’influenza” trasmesso alle Regioni dal Ministero della Salute con prot. 0019214 del 04/06/2020 e recepito dalla Regione Abruzzo con DGR 394 del 14 luglio 2020, elenca nel dettaglio tutte le categorie cui debba essere assicurata la vaccinazione antinfluenzale gratuita e pone inoltre come “Obiettivi di copertura del programma di vaccinazione una serie” di azioni tra cui: 1. La predisposizione di liste di soggetti a rischio ai quali offrire attivamente la vaccinazione antinfluenzale estratti sulla base degli elenchi di esenzione per patologia presenti a livello di ASL; 2. L’interazione con i Medici di medicina generale e ai Pediatri di libera scelta al fine di acquisire – nel caso in cui le liste ottenute dagli elenchi di esenzione presenti nelle ASL non siano esaustive – l’elenco dei soggetti inclusi fra i loro assistiti che presentino condizioni di rischio per cui la vaccinazione è raccomandata, al fine sia di effettuare la chiamata attiva di tali soggetti che individuare i contatti/conviventi cui offrire la vaccinazione antinfluenzale in caso di soggetti a rischio che non possono essere vaccinati; 3. Un maggior coinvolgimento sia dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta che dei Medici specialisti ospedalieri, delle Associazioni dei malati e delle Associazioni per gli anziani sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti a rischio; 4. La raccomandazione di promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, con particolare riguardo a quelli che prestano assistenza diretta nei reparti a più elevato rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione, quali Pronto soccorso, terapie intensive, oncologie, ematologie, cardiologie, chirurgie, residenze sanitarie assistenziali; 5. La sensibilizzazione dei medici di medicina generale e dei ginecologi/ostetrici sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale nelle donne in gravidanza. Come dalle citate disposizioni della Regione Abruzzo, “ciascuna Azienda Asl del territorio – Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, entro il 20 gennaio 2021 in via provvisoria ed entro il 31 marzo 2021 in via definitiva, dovrà fornire al Servizio della Prevenzione e Tutela Sanitaria DPF010 del Dipartimento Sanità, il numero delle vaccinazioni eseguite – ivi comprese le vaccinazioni effettuate al di fuori delle strutture delle ASL, ossia da parte dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta – utilizzando le schede di cui agli allegati 1 e 2 al precitato documento ministeriale , al fine di consentire allo stesso Servizio l’inserimento on line dei dati ed il relativo aggiornamento. Già negli scorsi anni si è rilevato che le coperture delle AASSLL della Regione Abruzzo non sono risultate soddisfacenti rispetto al target ministeriale previsto (pari al 75% come obiettivo minimo perseguibile e 95% come obiettivo ottimale in tutti i gruppi target) pur evidenziando per gli ultrasessantacinquenni un trend in costante miglioramento dall’anno 2014. Ciò nonostante, una programmazione non adeguata ha fatto sì che anche in questi giorni si registri ancora, in Abruzzo, l’impossibilità di poter garantire il vaccino, forse, anche solo a tutte le categorie a più alto rischio. Situazione che mette in apprensione, visto il già dilagante stato pandemico da Covid 19 che minaccia di per sé pesantemente la tenuta del SSN. In verità, nonostante le rassicurazioni da parte della Regione e le prese di posizione riguardo la mancata consegna delle dosi ordinate, crea sconforto l’indisponibilità di un vaccino la cui somministrazione funge da primo ostacolo contro l’ulteriore intasamento degli ospedali ed il collasso di un SSN già allo stremo. La stessa difficoltà di approvvigionamento non si registra, fortunatamente, in altre regioni d’Italia dove le procedure di acquisto dei vaccini sono state avviate e concluse (ad esempio l’Emilia Romagna: 10 giugno, Lazio e Calabria 19 giugno) in anticipo rispetto all’Abruzzo e dove l’intero fabbisogno posto a gara ha trovato capienza nell’offerta delle case farmaceutiche. Nella gara esperita da ARIC (l’Agenzia per l’Informatica e la Committenza della Regione Abruzzo) è infatti accaduto che l’unica offerente -SANOFI- che ha concorso alla fornitura del vaccino antinfluenzale tetravalente (virus split -frammentato- inattivato) ha assicurato solo il 50% del fabbisogno espresso dalle quattro ASL abruzzesi. In materia di vaccinazione antinfluenzale, l’assetto normativo vigente evidenzia una mancata previsione, circa la possibilità di adozione di espresse misure a compensazione ed a carattere di mobilità sanitaria intra ed infra regionale, da attivare in ipotesi di eventuali carenze di vaccini in una data regione o nel territorio di una particolare ASL, atti a poter garantire il raggiungimento dei target minimi di vaccinazione per le categorie a maggiore rischio espositivo, stabilite a livello nazionale nell’ambito del PSNV. Alla luce di ciò, Meritocrazia Italia Abruzzo, invita la Regione Abruzzo a introdurre, quali obiettivi e misure di programmazione Regionale, l’obbligo, a livello capillare, a partire dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta e per le singole AASSLL, di segnalare prontamente, mediante previsione di nuova apposita sezione nel sistema dei flussi dei dati relativi alle vaccinazioni, le loro eventuali eccedenze e giacenze di vaccini antinfluenzali, per la loro destinazioni a copertura di eventuali necessità di altra ASL o Regione, e con costi la cui copertura potrà essere ricondotta al sistema di mobilità sanitaria, ad integrazione di quella esistente per i farmaci. Quindi tale misura si rende necessaria non come semplice forma di solidarietà, già in tal senso attuabile, ma come disposizione obbligatoria per l’efficacia e l’efficienza nella prevenzione nella diffusione del virus influenzale, oggi più che mai imprescindibile in ragione della lotta al Covid 19. Tale misura consentirebbe, inoltre, di contenere la spesa sanitaria sia diretta che indiretta connessa con la diffusione del virus influenzale, evitando inutile ed ingiustificato dispendio di risorse; introdurre misure di controllo atte a verificare che la somministrazione dei vaccini distribuiti ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta, avvenga nel rispetto delle priorità riservate alle categorie a più alto rischio, nell’ambito dei propri assistiti, eccezion fatta di coloro che, in ragione della particolare condizione lavorativa, possono beneficiare dell’erogazione del servizio da parte del datore di lavoro; Adottare, secondo i vari livelli di programmazione sanitaria, una revisione delle modalità distributive dei vaccini antinfluenzali. Molti MMG e PLS lamentano un sostanziale disservizio in termini di acquisizione dei vaccini da loro prenotati presso al ASL di appartenenza, e del disagio derivante dal doversi recare direttamente presso la sede ASL più vicina a ritirarli. Da cui l’opportunità di avvalersi del supporto delle Farmacie Convenzionate più vicine all’ambulatorio medico. Le farmacie private verrebbero inserite nel canale di distribuzione dei vaccini antinfluenzali ai MMG e PLS, con affiancamento di tale servizio aggiuntivo a quello ordinario del proprio approvvigionamento farmaci”.