Capodanno in Abruzzo fra tradizioni e leggende

Nella sera di San Silvestro musici e cantori con la “Serenata di Capodanno” animano le strade di Pettorano sul Gizio, uno dei Borghi piu’ belli d’Italia dove ogni anno, con l’occasione, vengono composti nuovi stornelli: le porte delle case si aprono per accogliere i musicisti ai quali i compaesani offrono vino, spumante, ferratelle e altri cibi tipici. E’ solo una delle tradizioni ricordate nella pagina ‘Il fiume d’oro e altre storie: tradizioni e leggende del Capodanno abruzzese’ sul sito del Dipartimento Sviluppo Economico – Turismo della Regione Abruzzo. Ecco ad esempio l’usanza di Scanno dove i giovani cantando e suonando deponevano fiori sui davanzali illuminati e in cambio ricevevano una gallina. O quella di Gessopalena dove la mattina del primo giorno del nuovo anno i ragazzi poveri andavano per le case chiedendo “la bbona mange”, minestra di legumi, fave e grano; pietanza diffusa anche in paesi come San Giovanni Lipioni e Castiglione a Casauria. Anche a Pescina i ragazzi andavano a chiedere la strenna che qui consisteva in frutta, ciambelle e dolci. Tra le usanze della mattina di Capodanno si ricorda quella delle donne che andavano ad attingere “l’acqua nuova”: le povere la portavano in dono alle famiglie cui erano devote, insieme a un ramo di olivo che all’Epifania sarebbe servito a fare le predizioni: in cambio ricevevano fichi secchi, noci, legumi cotti. Infine la credenza popolare del fiume le cui acque nella notte si fermano e diventano oro a Pettorano sul Gizio, con alcune variazioni presente anche a Celano e a Lanciano

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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