Cinque migranti prelevati da un accampamento abusivo nelle campagne di Lesina erano poi condotti a bordo di un furgone con targa bulgara, in un’azienda in provincia di Chieti, a Cupello, dove i braccianti venivano impiegati nella raccolta di olive, uva e ortaggi, con la paga di tre euro l’ora. Per questo i due autisti del furgone, marito e moglie rumeni di 46 e 32 anni, sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Ai tre responsabili dell’azienda agricola di Cupello, che sono stati denunciati, i militari hanno contestato la violazione delle normative sul lavoro. I cinque africani, tre ghanesi e un gambiano, erano stati sistemati nell’accampamento in cui vivevano i 12 braccianti morti negli incidenti stradali dello scorso agosto in provincia di Foggia.
Dalle indagini è emerso che i braccianti africani, tutti irregolari, sarebbero stati impiegati in violazione di ogni normativa sul lavoro. Oltre alla loro assunzione in nero, infatti, i carabinieri hanno constatato violazioni in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, in materia di orario e retribuzione. A seguito di un sopralluogo nel casolare, inoltre, i militari hanno accertato che i cinque africani vivevano in condizioni di degrado, senza energia elettrica, né acqua corrente né servizi igienici.