La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 43/2025/G, la relazione sul “Fondo per la Cultura”, istituito nel 2020 nell’ambito delle misure di sostegno legate all’emergenza pandemica – con una dotazione successivamente incrementata fino a 93 milioni di euro – e affidato al ministero della Cultura. Le risorse comprendono contributi da rendicontare destinati a soggetti pubblici e contributi in conto interessi e garanzia, rivolti anche a privati e imprese, a fini di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Il contributo soggetto a rendicontazione, inizialmente affidato all’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura – Digital Library e poi direttamente gestito dal Dicastero, è stato destinato a interventi di conservazione, restauro e digitalizzazione, con il supporto tecnico di Cassa Depositi e Prestiti, secondo principi di trasparenza, correttezza e rapida destinazione delle risorse. Le adesioni al contributo – sottolinea la magistratura contabile – sono uniformi per macroaree, con una giustificazione esauriente delle economie di bilancio. Maggior divario tra i progetti finanziati, tutti comunque prontamente avviati, si è invece rilevato a livello regionale, con una concentrazione maggiore in Toscana e Lombardia e percentuali minime in Abruzzo e Friuli Venezia-Giulia. I contributi in conto interessi, affidati all’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale spa (25 milioni di euro), sono stati completamente spesi per opere celermente iniziate, specie in Toscana, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Il non elevato livello di impiego dei contributi in conto garanzia, pari a circa il 7% del totale disponibile (10 milioni di euro), suggerisce invece un uso delle risorse più proficuo, in iniziative diverse e più efficaci, sempre a fini di pubblico interesse e conformi a legge. Sul Fondo garanzia – si legge nel documento – l’Istituto per il Credito Sportivo ha inoltre previsto un sistema di gestione separata degli importi di provenienza privata e di quelli di derivazione pubblica. La magistratura contabile ha raccomandato al Ministero di proseguire nell’attento monitoraggio sull’assegnazione e rendicontazione delle risorse e di valutare la redistribuzione dal Fondo garanzia al Fondo contributo interessi – risultato più efficace, ma allo stato non capiente per le numerose richieste di contributi avanzate – delle somme non utilizzate.