Falsi certificati per la cittadinanza italiana, inchiesta in Abruzzo

Due associazioni per delinquere che, attraverso una catena di falsi e atti di corruzione, avrebbero garantito la residenza, e poi la cittadinanza, a numerosi cittadini sudamericani; un meccanismo illecito che poteva contare su due sindaci di piccoli comuni abruzzesi e un addetto dell’Ufficio anagrafe. È lo scenario ricostruito dalla Procura della Repubblica di Lanciano nell’avviso di conclusione indagini nei confronti di otto persone. Un’inchiesta di cui si occupa il quotidiano Il Centro oggi in edicola.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Mirvana Di Serio e dal pubblico ministero Miriana Greco e condotta dai carabinieri della compagnia di Atessa, ipotizza l’esistenza di un sistema dove la pubblica amministrazione di due piccoli comuni del Sangro si era trasformata in un mercato di cittadinanze italiane, con favori che sarebbero stati pagati in denaro, voti e prestazioni sessuali.

Il contesto, scrive Il Centro, è quello emerso da altre inchieste. Il quadro accusatorio va oltre l’associazione a delinquere e ipotizza un presunto sistema di corruzione capillare. Tra i reati contestati anche falso ideologico continuato in relazione a certificati emessi; e poi contestazioni per la creazione di false comunicazioni di ospitalità e fittizie dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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