Il Ministero dell’Ambiente ha presentato il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar d’Abruzzo che lo scorso 3 dicembre aveva annullato per illegittimita’ l’annullamento di ufficio con cui lo stesso Ministero aveva azzerato la gara di appalto, da lui stesso aggiudicata anni prima, sull’area delle discariche abusive a nord dello stabilimento di Bussi. La decisione del ministero e’ avvenuta il giorno dopo aver ricevuto la missiva del 28 dicembre del presidente della regione Marco Marsilio al ministro Costa nella quale chiedeva al ministro di soprassedere dal ricorso perche’ “ogni decisione di proseguire il contrasto tra stato ed autonomie regionali ed autonomie in sede giurisdizionale, del resto, non solamente si pone in distonia con l’iter amministrativo sin qui svolto per intervento di bonifica delle aree esterne Solvay del Sito di Interesse di Bussi e modifica un unilateralmente il sistema operativo concordato e finora perseguito, ma risulta anche rischiosa sul piano delle conseguenze dannose che dalla essa potrebbero derivare”. Per il ministero invece “l’esecuzione della sentenza di primo grado produrrebbe quindi l’effetto di paralizzare le attivita’ in corso, tra le quali devono essere annoverate le attivita’ impropriamente definite di “capping” (ricomprese nel MIPRE) con cui Edison sta in realta’ procedendo alla copertura con teloni del sito inquinato, nell’attesa della definitiva bonifica del sito medesimo. La sentenza del Tar Pescara, che pure l’amministrazione ha l’obbligo di eseguire, e’ quindi suscettibile di creare un pericoloso arresto nel procedimento di bonifica che e’ gia’ in corso da mesi”, come si legge nel ricorso.
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