Inchiesta sulla sanità, ai domiciliari l’imprenditore Marinelli

L’imprenditore della sanita’ Vincenzo Marinelli e’ finito agli arresti domiciliari questa mattina su disposizione del gip del Tribunale di Pescara. Insieme a lui sono state arrestate altre quattro persone. Le misure cautelari sono state chieste dal pm Andrea Di Giovanni. L’inchiesta è stata avviata nel 2019. Marinelli e’ stato raggiunto dalla squadra Mobile di Pescara e dalla Guardia di Finanza a Grottammare dove era in qualita’ di accompagnatore della nazionale Under 21 di calcio. L’inchiesta conta in totale una quarantina di indagati.
Oltre a Marinelli, sono finiti agli arresti domiciliari il suo collaboratore Graziano Canonico, due funzionari dell’Asl, Tiziana Petrella e Antonio Verna, e l’imprenditore Fabio Tonelli. Nei confronti di questi cinque indagati “il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara – si legge in una nota della Procura guidata da Giuseppe Bellelli – ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza per concorso nei reati continuati di turbativa d’asta e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, ravvisando il ‘pericolo di reiterazione di condotte illecite omologhe'”. Gli arresti, si fa rilevare, sono arrivati dopo “molteplici attivita’ di accertamento effettuate e caratterizzate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione ed analisi di dati telefonici, servizi di osservazione da parte della polizia giudiziaria, acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri di dispositivi informatici con conseguente analisi forense del loro contenuto (in parte ancora in corso)”, che “hanno disvelato una parte della fitta e ramificata rete di relazioni dell’imprenditore pescarese Marinelli, referente sul territorio di societa’ nazionali e multinazionali operanti nel settore medico-sanitario quali Philips spa, Servizi Ospedalieri spa e Abbott spa”. Secondo la Procura, “le indagini hanno consentito di raccogliere gravi e plurimi indizi colpevolezza, ritenuti sussistenti dal Gip del Tribunale di Pescara, a carico dei protagonisti di un collaudato meccanismo corruttivo all’interno dell’Ufficio UOC/ABS della Asl di Pescara che ha determinato il condizionamento di almeno cinque gare d’appalto per un valore complessivo pari a trentacinque milioni di euro circa , con costosi doni, cene conviviali, promesse di incarichi piu’ prestigiosi e remunerativi, e con vere e proprie tangenti in denaro che Marinelli, direttamente o attraverso i suoi emissari (tra cui Canonico, autista e factotum di Marinelli) , faceva pervenire alla Petrella, direttore della Unita’ Operativa Complessa (UOC) – Acquisizione Beni e Servizi (ABS) della ASL di Pescara nonche’ RUP/Autorita’ di gara. L’utilizzo di fatturazioni false emesse da enti e societa’ compiacenti al gruppo di Marinelli e la creazione di appositi fondi neri, consentivano di creare la provvista in denaro necessaria per le successive tangenti”.
Sempre secondo la Procura, il “condizionamento corruttivo e’ apparso favorito anche dal contributo determinante di altro funzionario pubblico, Antonio Verna, in servizio presso l’Unita’ Operativa Complessa Acquisizione Beni e Servizi della Asl di Pescara oltreche’ segretario o membro di Commissione di gara e uomo di fiducia del direttore Petrella. Il suddetto funzionario Antonio Verna continuava ad intrattenere rapporti illeciti con Marinelli ed il suo entourage anche quando l’indagata Petrella apprendeva di essere sottoposta ad indagine”. “All’apice del periodo dell’emergenza Covid- si legge nella nota – emergeva poi la figura dell’imprenditore Fabio Tonelli, il quale, sfruttando relazioni e rapporti d’affari extra moenia con l’indagato Antonio Verna ed in cambio di denaro e altre utilita’ anche in favore del suddetto direttore dell’ UOC Tiziana Petrella, riusciva a risultare affidatario “diretto” di plurime commesse da parte della Asl di Pescara e aggiudicatario di altre gare aventi ad oggetto forniture di dispositivi di protezione individuale, conseguendo ingenti profitti”. Il gip non ha accolto la richiesta di misura nei confronti di altri due indagati in quanto non ha ravvisato il pericolo di reiterazione del reato. Per i fatti contestati ai cinque indagati con l’ordinanza cautelare , risultano sottoposti ad indagini per concorso a vario titolo, altri tredici indagati, non attinti da misura. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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