Legge regionale sui Trabocchi, la Consulta boccia il ricorso del Consiglio dei Ministri

La Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimita’ poste dal Consiglio dei Ministri che aveva impugnato la legge regionale sui Trabocchi. “Si tratta di una sentenza storica – affermano con soddisfazione il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e l’assessore regionale Nicola Campitelli – con la quale si certifica il buon lavoro della Regione in quanto la Corte Costituzionale stabilisce da un lato che il ricorso sia tendenzialmente generico ritenendo, dall’altro, che la norma non sia affatto in contrasto con la disciplina di tutela dettata dal codice dei Beni culturali e del paesaggio. Quindi, non solo si dichiara l’infondatezza delle censure alla base dell’impugnativa ma si evidenzia come la legge si ponga l’obiettivo della valorizzazione dei trabocchi attraverso attivita’ di intervento integrativo e migliorativo ulteriori, finalizzate alla promozione, al sostegno della conoscenza, fruizione e conservazione del patrimonio culturale, nonche’ ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione di esso, anche da parte delle persone diversamente abili”.

Un passaggio chiave della sentenza della Corte Costituzionale riguarda l’introduzione del riferimento a una “superficie complessiva di occupazione massima” che effettivamente risponde alla finalita’ di circoscrivere l’area complessiva destinata alla valorizzazione dei trabocchi in funzione, sia dell’ottimizzazione dei flussi turistici (cui e’ strumentale la regolazione dell’attivita’ di ristorazione) sia di un piu’ fruibile soddisfacimento delle visite didattico-culturali (anche extraregionali) demandate alla promozione della storia degli stessi trabocchi; il che non eccede l’ambito dei poteri propriamente spettanti alle Regioni. Secondo la Corte non e’ esatto che i nuovi parametri di superficie dei trabocchi vadano a sommarsi all’aumento del 20 per cento, poiche’ quest’aumento e’ testualmente riferito ai soli “caliscendi”. Viene evidenziato inoltre come non ci sia nessuna interferenza della disposizione con i piani demaniali marittimi comunali (PDMC), in quanto detta norma non implica la diretta applicabilita’ dei limiti massimi di superficie da essa indicati, ne’ autorizza la deroga rispetto ai PDMC. La destinazione ad attivita’ di ristorazione non costituisce una novita’ normativa e secondo la Corte la puntuale regolamentazione di tale attivita’ (con riguardo, in particolare, alla superficie massima sfruttabile e al numero massimo delle persone ospitabili), non si pone in contrasto con il principio generale della tutela del patrimonio storico-culturale, essendo piuttosto rivolta alla sua valorizzazione in funzione di un richiamo turistico appositamente regolamentato in modo appropriato. A sua volta, la maggior ampiezza della passerella di accesso al trabocco, e’ coerente con l’assolvimento dell’esigenza di consentire, da un lato, la fruizione del trabocco da parte delle persone con disabilita’ e, dall’altro, l’osservanza dei parametri di sicurezza per la pubblica incolumita’ dei soggetti fruitori, sia in chiave turistica che didattico-culturale. Viene evidenziato che non si e’ concretizzata nessuna invasione della sfera di attribuzioni riservate allo Stato in quanto, al contrario, viene previsto che gli interventi di recupero, utilizzazione e ristrutturazione dei trabocchi debbano necessariamente conformarsi alle prescrizioni statali relative agli ambiti edilizio, igienico-sanitario, sicurezza e antincendio. Elementi ribaditi anche dal passaggio relativo ai nuovi interventi relativi ai trabocchi che rimangono assoggettati all’applicazione della disciplina generale concernente il rilascio e il rispetto delle autorizzazioni previste dalla normativa statale. Tali autorizzazioni, ovviamente, non possono altrimenti articolarsi che nelle forme procedimentali contemplate dalla stessa normativa statale (non risultandone affatto previste altre dalla Regione), come specificato proprio nel testo di legge.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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