Sono 57 gli indagati nella nuova inchiesta per le truffe alle assicurazioni condotta dalla Procura di Pescara. Carabinieri e Guardia di finanza, coordinati dal procuratore Andrea Di Giovanni, avrebbero accertato l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale attiva tra le province di Pescara, Chieti con ramificazioni nelle Marche ed Umbria che simulava incidenti stradali e infortuni per truffare le compagnie assicurative.
Gli accertamenti, svolti da gennaio 2023 in poi, hanno coinvolto 57 persone tra cui avvocati, medici e altri professionisti ed hanno portato agli arresti domiciliari di un indagato con la richiesta di rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte. L’attività d’indagine è partita da un’altra attività investigativa dell’estate 2022 per una rete di falsi incidenti stradali, mai avvenuti o simulati o con esiti medici gonfiati per di ottenere consistenti risarcimenti dalle compagnie assicurative. L’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere ingenti e ingiusti profitti che, nel solo periodo d’indagine, è stato quantificato dall’autorità giudiziaria in quasi 700 mila euro.
Il giudice per le indagini preliminari, Francesco Marino, ha emesso un’ordinanza applicativa di misure cautelari reali, disponendo il sequestro preventivo, per la confisca, delle disponibilità patrimoniali riferite a 6 indagati, legati al promotore residente nel chietino e costituite da 13 conti correnti bancari, diversi immobili ad uso abitativo e le quote di alcune compagini societarie operanti tra Chieti e Pescara, fino alla concorrenza della somma. Le attività svolte avrebbero portato a individuare diversi elementi di prova come l’utilizzo di veicoli e di soggetti compiacenti per inscenare i falsi incidenti e l’impiego di strategie per ottenere risarcimenti maggiori rispetto al dovuto con l’aggiunta di traumi spesso del tutto inesistenti, acquisiti anche attraverso la falsificazione documentale di esiti medici e diagnostici presso strutture mediche private e pubbliche oltre che nel chietino e nel pescarese, anche nel teramano.
In alcuni casi sono stati identificate delle persone che, sostituendosi agli infortunati, si sarebbero sottoposti ad esami strumentali facendosi diagnosticare e refertare pregressi traumi per incrementare i punteggi in sede di visita medica. Per gli inquirenti, le attività delittuose poste in essere dal sodalizio avrebbero creato anche pericolo per la sicurezza stradale.