Anche in Abruzzo lo sciopero nazionale dei metalmeccanici ha registrato una partecipazione significativa. Nella provincia di Chieti, in particolare, l’adesione media allo sciopero si è attestata intorno al 62%, con punte del 95% in diverse realtà produttive. A confermarlo è la Fiom Cgil, che sottolinea come questa mobilitazione sia in linea con la partecipazione costante e convinta dei lavoratori già registrata nei precedenti scioperi.
Proprio a Lanciano si è svolta la manifestazione interregionale unitaria di Fim, Fiom e Uilm, che ha visto una straordinaria partecipazione di lavoratrici e lavoratori. «Con questa iniziativa – si legge in una nota sindacale – abbiamo voluto riaffermare l’importanza del contratto collettivo nazionale e la forte volontà di aprire finalmente un tavolo di trattativa con le controparti datoriali».
Obiettivo della protesta: rinnovare al più presto il contratto nazionale per aumentare i salari, ridurre l’orario di lavoro, stabilizzare i rapporti occupazionali e rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro. I sindacati respingono l’idea di un “contratto a perdere” basato solo sull’indice IPCA depurato (IPCA-NEI), considerato insufficiente a fronte dell’aumento del costo della vita, a partire dai beni essenziali.
La mobilitazione, promossa unitariamente da Fim, Fiom e Uilm, ha coinvolto l’intero comparto metalmeccanico a livello nazionale, con oltre 70% di adesione media e numerosi stabilimenti completamente fermi. In Abruzzo, tra gli stabilimenti con maggiore partecipazione figura l’Isringhausen di Chieti, dove l’astensione ha superato il 90%.
Le segreterie sindacali hanno ribadito che, in assenza di convocazioni ufficiali, sarà confermato il blocco degli straordinari e delle flessibilità, e a luglio saranno decise ulteriori iniziative per forzare la riapertura del tavolo di trattativa.