I Carabinieri di Penne, hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, per atti persecutori, minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento di armi da guerra a carico di un 59enne di Penne. È cominciato tutto dalla denuncia di una donna, a gennaio, che ha ricevuto nella sua abitazione una lettera minatoria anonima, redatta con un normografo per evitare che la calligrafia potesse essere riconosciuta. Nella missiva risulterebbero gravi minacce di morte rivolte anche ai familiari della signora. Dentro la busta anche un proiettile da guerra.
Un nuovo episodio si sarebbe verificato, ad ottobre, ai danni di un’altra signora, amica della prima, che ha ricevuto una lettera dello stesso tenore: stesse minacce, stessi caratteri e proiettile simile nella busta da lettere. Non è stato difficile per gli investigatori ricondurre alla stessa mano le minacce di un uomo già fortemente attenzionato, ma che si è sentito libero di terrorizzare un’altra famiglia. Dall’analisi dei tabulati, dalla visione dei sistemi di video sorveglianza e dai servizi di osservazione e pedinamento i militari hanno dato un volto al presunto autore dei reati che, mostrato alle vittime, ha fatto preoccupare ulteriormente. Le 2 signore hanno preso coraggio raccontando quanto il sospettato avesse turbato la loro vita negli anni precedenti, dal 2021. Numerosissimi mazzi di fiori sul posto di lavoro, bigliettini amorosi indesiderati, appostamenti sul luogo di lavoro e vicino casa, chiamate e messaggi molesti. Insomma, una vera e propria ossessione. Quando le donne hanno riconosciuto l’uomo, attraverso delle immagini, è scattata la perquisizione nella casa del sospettato dove sono stati trovati dei proiettili da guerra identici a quelli spediti alle donne, munizioni illegalmente detenute e, soprattutto, un normografo per scrivere le lettere. I carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Pescara, Gennaro Varone, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara la misura cautelare degli arresti domiciliari che, alla luce della pericolosità accertata, è stata applicata con lo strumento del braccialetto elettronico