Omicidio di Vasto, parla l’avvocato Cerella: Di Lello voleva uccidersi

“Il giudizio abbreviato richiesto e’ condizionato a una perizia psichiatrica per affermare le necessita’ della seminfermita’ mentale di Fabio Di Lello e l’esclusione della premeditazione” ha spiegato all’uscita dal Tribunale di Lanciano uno dei legali di Fabio Di Lello, l’avvocato Giovanni Cerella.

“Di Lello la pistola l’ha acquistata sei mesi prima dell’omicidio per usarla contro se stesso. L’acquisto non era finalizzato ad uccidere D’Elisa, ma ad eliminare se stesso. Questa sua sensibilita’ ha toccato anche la difesa. Di Lello andava al cimitero quotidianamente, fino a sera. Pensava sempre alla moglie Roberta Smargiassi. Per questo ha preso la pistola, per eliminare se stesso e per questo motivo dovrebbe essere tolta la premeditazione. Non e’ stata vendetta lucida per l’investimento mortale della moglie Roberta”.

“Il processo e’ iniziato e lo facciamo in aula dando la parola ai tecnici e agli schieramenti, e’ chiara la nostra linea difensiva – ha aggiunto il secondo legale dell’imputato, Pierpaolo Andreoni. “Di Lello, lo avete visto oggi, e’ ragazzo provato, sofferente. E’ ingrassato 30 chili. Un percorso di grave sofferenza psicologica il suo. Non sempre ha momenti di contatto con realta’ e vive nella sua immaginazione, nel suo mondo. Noi lo dobbiamo difendere”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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