Cronaca

Associazioni ambientaliste dicono no all’impianto per il trattamento di rifiuti a Canosa Sannita

Stop al progetto di impianto per il trattamento dei rifiuti (fanghi) a Canosa Sannita: lo chiedono le associazioni Nuovo Senso Civico e Stazione Ornitologica Abruzzese, in collaborazione con il Forum H2O, nel nuovo documento di osservazioni inviato oggi al SUAP per la conferenza dei servizi di domani, 22 febbraio. L'impianto - spiegano in una nota - prevede la ricezione di 3.500 tonnellate di rifiuti ogni anno, 9,5 tonnellate al giorno lavorando h24 per 365 giorni. In questo modo il proponente ritiene di porsi al di fuori della normativa sulla procedura di V.I.A. (la soglia e' di 10 tonnellate/giorno). Le associazioni hanno ricordato al SUAP che un decreto del Ministero dell'Ambiente del 2015 sulle procedure di verifica di assoggettabilita' a V.I.A. prevede la riduzione della soglia del 50% (quindi a 5 tonnellate/giorno) in determinati casi.  Le associazioni sono tornate a stigmatizzare la trasformazione di suolo agricolo in aree industriali e hanno citato la giurisprudenza in merito a queste varianti che ha chiarito da tempo che non e' il privato a dover determinare la localizzazione di tali interventi superando ogni tipo di pianificazione a suo piacimento quando possono esserci alternative.

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Abruzzo, istituita commissione d’inchiesta su sisma e maltempo

Via libera del Consiglio regionale d'Abruzzo alla Commissione d'inchiesta per l'emergenza determinata in regione dagli eventi atmosferici e sismici che si sono susseguiti dal 15 al 19 gennaio. La richiesta di istituzione era stata avanzata dal Gruppo del M5S (prima firmataria Sara Marcozzi) con la firma anche dei Consiglieri di Fi Mauro Febbo, Emilio Iampieri, Lorenzo Sospiri. Il Consiglio ha votato l'istituzione della Commissione d'Inchiesta all'unanimita'. L'oggetto del provvedimento approvato e': "Emergenza Abruzzo: eventi atmosferici e sismici accaduti fra il 15 gennaio e il 19 gennaio 2017. Rete di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, rete di distribuzione del gas, rete di distribuzione dell'acqua, attivita' degli enti locali territoriali e regionali, attivita' delle strutture di Protezione Civile - Sicurezza sismica nella Regione Abruzzo e rete Protezione civile regionale".

"Gli abruzzesi ci chiedono di fare chiarezza su quanto accaduto a gennaio e ci chiedono maggiore sicurezza per il futuro. La risposta a queste domande passa dallo stanziamento di maggiori fondi per la prevenzione dei disastri e anche per l'istituzione di una commissione di inchiesta. E' sicuramente un buon risultato quello che il consiglio regionale ha raggiunto grazie al M5S" commenta Sara Marcozzi, capogruppo del M5S. "La nostra Regione ha il diritto di sapere la verita', e di sapere di poter contare su una Regione che ha fatto i passi adeguati per tentare di ridurre al minimo i rischi per il futuro". La commissione di inchiesta - fa sapere il M5S - sara' presiedute da un consigliere tra quelli indicati dall' opposizione, sara' nominata dal Presidente, con le stesse modalita' previste per le Commissioni permanenti. Nello svolgimento dell'inchiesta, la Commissione potra' richiedere agli Uffici della Regione, nonche' agli Enti ed Istituti da essa dipendenti e alle societa' partecipate dalla Regione, tutte le informazioni utili all'espletamento dell'inchiesta, senza che ad essa sia opponibile il segreto d'ufficio, e potra' altresi' convocare persone che possano fornire informazioni utili al completamento dell'inchiesta

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Controlli dei Nas nei bar delle scuole di Pescara, sequestri e irregolarità

Controlli dei Carabinieri del Nas di Pescara nei bar delle scuole superiori del capoluogo adriatico. In alcuni casi sono state riscontrate irregolarita' in materia di tracciabilita' dei prodotti alimentari ed indicazioni di etichetta. Sottoposti a sequestro panini, pizze e snack, carenti di informazioni al consumatore ed indicazioni sulla presenza di sostanze allergeniche. Le ispezioni sono state eseguite a garanzia dei giovani consumatori e della loro salute, anche a seguito di segnalazioni dei genitori, che hanno contattato i Nas esprimendo preoccupazione sulla qualita' degli alimenti consumati dai figli durante la ricreazione. Disposti e subito eseguiti, i controlli hanno portato al sequestro, con successiva distruzione, di un centinaio di snack e a sanzioni per circa tremila euro. (

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Parte nel Chietino ‘Mille occhi sulla citta”

I sindaci di Chieti, Vasto, Francavilla al Mare, Ortona, San Salvo, San Giovanni Teatino, Atessa, Guardiagrele, e il prefetto di Chieti Antonio Corona hanno firmato oggi a Chieti''Mille occhi sulla citta''', il protocollo d'intesa il cui obiettivo e' la promozione sul territorio di un piano di collaborazione fra le forze di polizia, i corpi di polizia municipale e gli istituti di vigilanza privati per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana. Gli ambiti di intervento riguardano, fra l'altro, la presenza di mezzi e persone sospette, l'eventuale fuga di persone e mezzi dal luogo di un delitto, l'allontanamento dagli ospedali di persone anziane, la segnalazione di auto e moto rubate e di situazioni particolarmente significative di degrado urbano e disagio sociale, la segnalazione di ogni altra situazione che faccia ritenere imminente la commissione di reati. Gli istituti di vigilanza che hanno aderito al protocollo sono Aquila, Coopservice, Federalpol, Italpol e Ivri.

''La prima novita' di questo protocollo e' che abbiano aderito pressoche' tutti i Comuni sopra i diecimila abitanti - ha detto il Prefetto Corona. Per quanto riguarda il protocollo in particolare, sappiamo che una delle attivita' preminenti che svolgiamo e' quella di controllo del territorio e poterci avvalere in questa attivita' anche dell'ausilio, dell'aiuto e della collaborazione degli istituti di vigilanza da' quel qualcosa in piu' di cui tutti abbiamo bisogno. Ai sindaci consiglio di prestare la massima collaborazione agli istituti di vigilanza perche' la logica del protocollo e' una logica di cooperazione tra istituzioni e soggetti privati: quindi lavorare sulla cooperazione, anche facilitando quella che e' l'attivita' degli istituti di vigilanza, consentendo il passaggio nelle ztl senza particolari oneri''.

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Rapina da 200 mila euro in un centro commerciale di Rocca San Giovanni

Rapina da 200 mila euro nel punto vendita Sarni Oro all'interno del centro commerciale Thema Polycenter di Rocca San Giovanni. Due uomini con passamontagna sono entrati impugnando un piede di porco e un martello con cui hanno divelto una ventina di cassetti contenenti oggetti in oro e preziosi, mentre le due commesse fuggivano nei negozi vicini. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Lanciano che hanno sequestrato le immagini riprese dalle telecamere interne. I due sono fuggiti a bordo di una Giulietta Alfa Romeo rubata poco prima dal parcheggio della Sevel di Atessa

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Bimbo morto giocando a calcio, a processo il medico del 118

E' morto giocando a calcio il piccolo Marco Calabretta, 9 anni, di Pineto il 25 settembre del 2015 mentre stava  con i compagni sul campo sportivo 'Pavone' di Pineto. Una morte causata, come stabili' l'autopsia, da una fibrillazione ventricolare alla cui base c'era una malformazione congenita e per la quale il pm Stefano Giovagnoni, cosi' come disposto poco meno di un mese fa dal Gip Giovanni De Rensis, ha firmato l'imputazione coatta per omicidio colposo per il medico del 118 che soccorse il ragazzino. Medico che adesso rischia il processo per non aver utilizzato, al momento dei soccorsi, il defibrillatore presente sull'ambulanza. Nel corso delle indagini la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati sia il medico che aveva rilasciato il certificato di idoneita' sportiva che il medico del 118, per i quali successivamente aveva chiesto l'archiviazione. Secondo la perizia affidata all'epoca dal pm la patologia di cui soffriva Calabretta sarebbe stata infatti diagnosticata, solo con un ecocardiogramma, esame non previsto in caso di rilascio di certificato di idoneita' sportiva per attivita' non agonistica, come nel caso del bimbo di Pineto. Da qui la richiesta di archiviazione, accolta dal gip, per il medico che aveva rilasciato il certificato e che aveva correttamente eseguito gli esami stabiliti dalle norme.

Diversa la posizione del medico del 118, rispetto al quale era stata ipotizzata un'omissione per non aver utilizzato, al momento dei soccorsi, il defibrillatore che pure era disponibile. Secondo la perizia, pero', essendo passati circa sette minuti dal momento in cui il ragazzino si era sentito male e l'arrivo dei soccorsi, ed essendo fondamentale il fattore tempo nella defibrillazione, nel caso in questione una condotta diversa del medico del 118 non avrebbe comunque scongiurato la morte di Calabretta. Da qui la richiesta di archiviazione anche per la sua posizione, che aveva visto l'opposizione della famiglia. Opposizione accolta dal gip, che aveva disposto l'imputazione coatta, adesso firmata dal pm.

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Maxi operazione contro la ‘ndrangheta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila

Un'operazione antimafia diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo Provinciale di Chieti, che ha permesso di individuare una cellula 'ndranghetista abruzzese, con a capo Simone Cuppari, 36enne di origini calabresi e da tempo residente sulla costa chietina, a Francavilla al Mare. L'operazione antimafia ribattezzata 'Design' è stata condotta dai carabinieri di Chieti che hanno indagato per due anni, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia de L'Aquila. Sono 19 le persone arrestate, 36 quelle complessivamente indagate e beni sequestrati per 10 milioni di euro. Altre 9 persone sono state raggiunte da provvedimenti di obbligo di dimora o di interdizione ad esercitare attivita' imprenditoriali o rivestire cariche societarie. Altre 8 infine, sono le persone indagate in stato di liberta'. I reati contestati sono associazione per delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi. Secondo i carabinieri, che hanno tenuto una conferenza stampa con il comandante provinciale, colonnello Luciano Calabro' e il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Erminio Sacco, la cellula aveva consolidato un efficiente canale di approvvigionamento di ingenti quantita' di cocaina da un gruppo di affiliati alla 'Ndrangheta in Lombardia, a loro volta riconducibili alle famiglie della 'Locale di Plati''. La droga proveniente dalla Lombardia, una volta in Abruzzo, finiva sul mercato delle zone di Chieti e Pescara. I proventi dello spaccio venivano reimpiegati nell'acquisizione di attivita' commerciali nel settore della raccolta di scommesse elettroniche e nella ristorazione, e in episodi di usura a danno di piccoli commercianti e imprenditori locali in difficolta' pretendendo da essi interessi esorbitanti: in un caso a fronte di un prestito di 20.000 euro, la vittima ne aveva doveva restituire, dopo un mese, 40.000 vedendosi costretto, nell'arco di pochi mesi, a pagare oltre 220.000 euro dietro minacce, incendi di negozi e di autovetture. 

I profitti venivano in parte, reimpiegati in attivita' imprenditoriali in Calabria, come nel commercio di autoveicoli e nella realizzazione di villaggi turistici di grandi dimensioni. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate 4 societa' fra le province di Chieti, Pescara e in Calabria, che gestivano commercio di auto online e raccolte di scommesse ma anche bar e pizzerie, 8 autoveicoli e 10 chilogrammi di marijuana. Inoltre sono stati sequestrati per equivalente 6 milioni di euro quali quote di una societa' proprietaria di un villaggio turistico in Calabria

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14enne morto dopo dimissioni dell’ospedale, chiesto il processo per due medici

Richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo per due medici dell'ospedale Val Vibrata di S.Omero avanzata dalla Procura di Teramo che indaganell'inchiesta sulla morte di Lorenzo Panichi, il quattordicenne morto ad aprile del 2015 all'ospedale di Giulianova dove era stato portato in condizioni disperate dopo essere stato dimesso dal presidio di S.Omero. Una morte per la quale adesso rischiano il processo sia il medico del pronto soccorso che visito' il ragazzino che il medico radiologo che si occupo' del relativo referto e che, secondo l'accusa, non eseguirono un corretto monitoraggio e un'adeguata valutazione del quadro clinico diagnosticandogli una polmonite mentre era in corso una dissezione aortica. Dopo la morte del quattordicenne la Procura apri' un'inchiesta iscrivendo tre medici (due di S.Omero e uno di Giulianova) nel registro degli indagati, affidando una perizia al professor Bruno Turinetto e alla dottoressa Donatella Fedeli per chiarire le cause del decesso. Perizia che aveva escluso ogni responsabilita' sia dell'equipe del 118 che dei medici del presidio ospedaliero di Giulianova, che avrebbero preso in carico il ragazzo quando ormai le sue condizioni erano irreversibili, delineando al contrario forti responsabilita' a carico dei medici di S.Omero. Secondo la perizia, infatti, in presenza di un corretto iter diagnostico la rottura dell'aorta cosi' come avvenuta non si sarebbe quasi certamente verificata e il ragazzo si sarebbe molto probabilmente salvato. Sempre secondo la relazione peritale il medico del pronto soccorso di S.Omero che prese in carico il ragazzo avrebbe sottovalutato sia la sintomatologia riferita sia le risultanze radiologiche, imputandoli a una presunta polmonite (che sempre secondo i periti sarebbe una patologia incompatibile con quegli aspetti clinici), senza valutare la possibile natura cardiovascolare e non rispettando cosi' le linee guida relative alla diagnosi differenziale. Per quanto riguarda invece la radiologa, sempre secondo la perizia, avrebbe male interpretato il radiogramma, formulando cosi' un referto incompleto. Aspetti che avevano portano i periti della Procura ad evidenziare la sussistenza del nesso di causalita' materiale tra il presunto errore diagnostico dei medici di S.Omero e la dissezione dell'aorta e che ha portato la Procura a firmare la richiesta di rinvio a giudizio per i due medici del nosocomio di S.Omero e la richiesta di archiviazione per il medico di Giulianova. 

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Operazione Arusha, fino a 7 anni di condanne col rito abbreviato per spaccio

Fino a quasi 7 anni di reclusione nel procedimento con rito abbreviato, dinanzi il gup di Lanciano, Andrea Belli, per 10 dei principali imputati di un traffico di droga arrivata a Lanciano da Veneto ed Emilia Romagna. L'operazione Arusha fece luce su un fiume di cocaina che dal Nord Italia giungeva con tir e auto in Frentania, fino a 250 grammi a viaggio.Quindici gli 15 arrestati lo scorso 14 giugno 2016 nell'ambito dell'operazione di polizia denominata Arusha, coordinata dal pm Rosaria Vecchi. I dieci imputati, tra albanesi e locali, sono: il capo banda albanese, Ednand Budlla, residente a Rocca S. Giovanni, pena a 6 anni e 8 mesi di reclusione e 30 mila euro di multa; stessa condanna per il riminese Ndricim Rustem. La moglie di Budlla, Adele Florentina Drezaliu, ha avuto 5,8 anni e 24 mila euro di multa. Identica pena per Guglielmo Lanza Silvestri, di Castel Frentan; Luan Hailiti, 5,6 anni e 24 mila euro di multa; a Gianni Marrocco, di Rocca S. Giovanni, condanna a 4,4 anni e 16 mila di multa e per Gianluca Pagliarone 3,4 anni e 4 mila di multa. Seguono Nadia Di Donato, di Lanciano, con 2,4 anni e 3 mila di multa, stessa condanna per l'albanese Pellumb Zylfo. Per il lancianese Antonio Ciccone 2 anni e 2 mila euro di multa. Infine i patteggiamenti costati 4,4 anni di reclusione per Marcello Mastrangelo, di S. Maria Imbaro, e 9 mesi per Irene Ferrante, di Perano. Altri imputati hanno avute posizioni stralciate. 

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Definite le procedure per l’assunzione di neurochirurghi ad Avezzano

Le procedure per l' assunzione di 2 medici specialisti nel quadro del nuovo servizio di neurochirurgia H24, presso l'ospedale di Avezzano, sono state definite nell'ambito di un incontro tenutosi tra il Manager della Asl, Rinaldo Tordera e il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio.

"Il nuovo servizio di neurochirurgia - afferma il primo cittadino - e' il frutto dell'impegno dell'amministrazione comunale che, grazie alla collaborazione dei vertici della Asl, e' riuscita a raggiungere l'obiettivo lavorando a luci spente, senza troppo clamore, con azioni concrete. E' un importante progresso - ha specificato Di Pangrazio - sul piano di alcune prestazioni cruciali, a vantaggio di un territorio di oltre 140.000 abitanti che merita la giusta attenzione".

La Asl ha gia' firmato l'atto per procedere allo scorrimento delle graduatorie da cui attingere i due neurochirurghi da destinare all'ospedale del capoluogo marsicano. Il servizio, tramite l'istituto della reperibilita', coprira' l'arco delle 24 ore (quindi anche la fascia oraria notturna) e comprendera' anche i giorni festivi. "Con questo assetto - ha dichiarato Tordera - potremo potenziare l'attivita' neurochirurgica, a beneficio di Avezzano e Marsica, oltretutto valorizzando ulteriormente i mezzi tecnologici e le professionalita' che operano nella stroke-unit".

Alla riunione hanno partecipato anche il consigliere comunale Nicola Pisegna Orlando, il direttore sanitario Maria Teresa Colizza e il direttore del dipartimento chirurgico, Giovanni De Blasis. A margine dell'incontro il sindaco ha chiesto a Tordera di trasmettere una richiesta alla Regione per verificare la possibilita', che attualmente non e' nei poteri della Asl, di attivare due posti letto a supporto del nuovo servizio. 

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