“Per me il 29 gennaio è sempre il giorno più triste dell’anno”. Lo ha detto Marco Alessandrini, figlio di Emilio Alessandrini, magistrato pescarese assassinato il 29 gennaio 1979 da un commando terroristico di Prima linea. Alla cerimonia di oggi a Pescara hanno partecipato la moglie del magistrato Paola Bellone, il sindaco di Pescara, Carlo Masci, il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri e altre autorità civili. Dopo la benedizione, la corona di alloro è stata deposta sul monumento dedicato alle vittime del terrorismo . “Ringrazio il Comune di Pescara che nel corso degli anni ha istituzionalizzato questa data, facendo in modo che il ricordo non sia solo legato a noi parenti ma che sia condiviso con la collettività – ha aggiunto il figlio del magistrato – Il ricordo di una figura esemplare come quella di mio padre rappresenta un modo per ricercare valori condivisi entro cui riconoscersi”. In chiusura, ha parlato il sindaco di Pescara, Carlo Masci: “Emilio Alessandrini è un eroe del nostro tempo perché è stato un servitore dello Stato che ha pagato il suo servizio per la giustizia e la libertà con la vita – ha concluso – Il suo ricordo deve essere un esempio per i giovani e per tutti coloro che credono nella giustizia e nella democrazia”. “La data del 29 gennaio, quella del barbaro omicidio del Giudice Emilio Alessandrini, ucciso da un commando di fuoco del gruppo terroristico di estrema sinistra Prima Linea, resterà per sempre una ferita insanabile non solo per la famiglia, per il già sindaco di Pescara Marco Alessandrini, ma per l’intera città e per l’Abruzzo che 46 anni fa ha perso uno dei suoi figli migliori”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri in occasione della commemorazione odierna del Giudice Alessandrini nell’anniversario del suo omicidio il 29 gennaio 1979 a Milano, con la deposizione della Corona d’Alloro dinanzi al monumento ai Caduti del Terrorismo in piazza Unione. “Ricordare la figura e l’impegno del magistrato Alessandrini, ma anche dell’uomo, del cittadino partecipe della società in cui viveva e operava, è un dovere istituzionale e un obbligo morale – ha sottolineato il Presidente Sospiri – Alessandrini in quei bui anni di piombo sapeva quanto rischiava, sapeva di aver scelto una professione che era nel mirino del terrorismo, erano gli anni del rapimento e dell’omicidio dello statista Aldo Moro, gli anni delle Brigate Rosse, di Prima Linea, di Autonomia Operaia, delle stragi alla Questura di Milano, di piazza della Loggia a Brescia e del treno Italicus. E in quel clima di duri scontri, anche politici, di tumulti, di grandi timori, Emilio Alessandrini ha avuto l’enorme coraggio di non far parte dei giudici passacarte, come scrisse Walter Tobagi, ‘non fu né un falco chiacchierone, né una colomba arrendevole’, ma fu un magistrato moderno e intransigente. E ha pagato con la vita la propria professionalità e la dedizione al Paese. Ricordare e onorare la figura del giudice Alessandrini è semplicemente un onore e un monito costante per chiunque ricopra il ruolo di pubblico amministratore”.
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