Per colmare il gap degli investimenti sul “Sistema acqua” servirebbero in Italia 12 miliardi di euro entro il 2030, oltre a sei miliardi all’anno solo per la depurazione e la manutenzione della rete idrica. Lo afferma la Societa’ italiana di medicina ambientale (Sima), che diffonde i dati sui ritardi del nostro paese sul fronte idrico che stanno aggravando l’emergenza siccita’ in atto. “L’Italia investe oggi sulla rete idrica oltre il 50 per cento in meno rispetto alla media europea, e paga il conto di investimenti assai ridotti rispetto agli altri Stati membri”, spiega Sima. “I paesi Ue destinano alla manutenzione e depurazione delle acque l’equivalente di circa 100 euro a cittadino, in Italia meno della meta’: appena 48 euro ad abitante. Per colmare tale gap servirebbero subito 12 miliardi di euro da investire sul sistema acqua, a cui vanno aggiunti sei miliardi di euro all’anno solo per la manutenzione della rete e la depurazione dell’acqua. Numeri che, tuttavia, si scontrano con i fondi previsti dal Pnrr, nel quale solo 2,8 miliardi di euro sono destinati al sistema acqua”, prosegue. “In Italia, a causa della rete ‘colabrodo’, un capoluogo su tre registra perdite totali di acqua superiori al 45 per cento, con valori che oltrepassano la soglia del 65 per cento a Siracusa (67,6 per cento), Belluno (68,1 per cento), Latina (70,1 per cento) e Chieti (71,7 per cento). All’opposto, la situazione migliore si registra a Macerata (9,8 per cento di perdite), Pavia (11,8 per cento), Como (12,2 per cento), Biella (12,8 per cento), Milano (13,5 per cento), Livorno (13,5 per cento) e Pordenone (14,3 per cento), prosegue Sima.
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